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Rondine. Franco Vaccari: la logica del nemico è un inganno

Il popolo di Rondine - Cittadella della Pace lancia un appello di riconciliazione ai 193 Stati membri alle Nazioni Unite, riuniti in occasione delle celebrazioni del 70.esimo anniversario dei diritti dell’uomo. La nostra intervista con il presidente dell’Organizzazione

Barbara Castelli – Città del Vaticano

“Ci può essere un’altra via oltre a quelle che già si battono per contribuire a ridurre le guerre nel mondo: la via è quella di unire gli sforzi per capire che il nemico è un inganno”. Così Franco Vaccari, presidente di Rondine - Cittadella della Pace, alla vigilia della partenza per New York, dove si è recato, insieme con i giovani dell’organizzazione, per lanciare un appello ai 193 Stati membri alle Nazioni Unite, in occasione delle odierne celebrazioni per il 70.esimo anniversario dei diritti dell’uomo. Alla comunità internazionale chiedono, tra le altre cose, di sottrarre una cifra simbolica dal proprio bilancio della difesa per investirla in borse di studio per futuri leader di pace e di introdurre l’educazione ai diritti umani nei sistemi di istruzione nazionali, integrandola con il Metodo Rondine. All’appello, al centro della campagna globale Leaders for Peace, ha già aderito Papa Francesco che, lo scorso 3 dicembre, ha ricevuto in udienza 150, tra studenti, amici e sostenitori di Rondine. I contorni dell’iniziativa sono contenuti nel libro “Leaders for Peace. Da La Verna a Papa Francesco un appello all’umanità”, a cura di Giordano Remondi per i tipi della Libreria Editrice Vaticana. (Ascolta l'intervista a Franco Vaccari su Leaders for Peace).

Accogliere e condividere il dolore

“Le differenze quando si incontrano davvero, nel rispetto, portano sempre un carico di sofferenza – spiega ai microfoni di Vatican News Franco Vaccari – ma questo dolore, se saputo gestire, può diventare un elemento trasformante, addirittura creativo”. Di contro, se “il dolore non è ascoltato, non è accolto, non è condiviso” rischia di trasformarsi in forme “di rabbia, di violenza, di aggressività, che poi si organizzano nella cultura sociale della guerra”. 

La trasformazione creativa dei conflitti

Ben lontani dal voler semplicemente “alimentare la retorica dei diritti umani”, i giovani di Rondine portano all’Onu una richiesta tangibile: compiere “un piccolo passo, ma concreto”. Vale a dire, prosegue il presidente dell’organizzazione, “la possibilità, intanto, che i diritti umani si possano insegnare e diffondere in tutti gli Stati, cosa che è ancora un traguardo molto lontano”. In secondo luogo, che “là dove si insegnano i diritti umani si possa sposare qualcosa di quello che nasce da questo metodo e che è il tema dell’educazione: sin da bambini saper stare dentro le situazioni conflittuali senza esserne distrutti, ma uscendone in qualche modo vincitori, cioè con lo sviluppo di entrambe le parti”. Infine, la terza richiesta: “formare giovani leader, nuovi, con una mentalità nuova – che mancano assolutamente nello scenario mondiale – con questa nuova prospettiva e di formarli sottraendo il prezzo di un’arma e destinandola alla formazione”. “Non è una prospettiva massimalista – rimarca Franco Vaccari – non chiediamo il disarmo, ma chiediamo un passo, concreto, possibile, che non mette in stato di insicurezza nessuno e, tuttavia, svolge un’azione che è simbolica e concreta allo stesso tempo”.

Servono leader con una nuova mentalità

Quello di cui il mondo oggi ha bisogno sono leader con una visione, capace di stare “sopra i confini”. “Il mondo dei confini è già segnato”, infatti, come si può facilmente intuire pensando ai mutamenti atmosferici a quelli biologici, così come al mondo digitale. “C’è una visione ancora angusta – conclude il presidente di Rondine - Cittadella della Pace – che si sofferma sui confini, addirittura rinforzandoli. I nuovi leader devono saper trasformare i confini in soglie, perché non è ipotizzabile un mondo senza differenze, ma le differenze possono essere luoghi di scambio e non luoghi definiti da muri e da processi che bloccano ogni forma di comunicazione”.

Un mondo senza conflitti

Rondine - Cittadella della Pace è un’organizzazione che si impegna, da oltre venti anni, per la riduzione dei conflitti armati nel mondo e la diffusione della propria metodologia per la trasformazione creativa del conflitto in ogni contesto. Rondine nasce in un borgo medievale toscano a pochi chilometri da Arezzo, in Italia: qui si strutturano i principali progetti per l’educazione e la formazione. Un luogo di rigenerazione dell’uomo, perché diventi leader di sé stesso e della propria comunità nella ricerca del bene comune. Il progetto che dà origine e ispirazione a Rondine è lo Studentato Internazionale – World House, che accoglie giovani provenienti da Paesi teatro di conflitti armati o post-conflitti e li aiuta a scoprire la persona nel proprio nemico, attraverso il lavoro difficile e sorprendente della convivenza quotidiana.

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Rondine - Cittadella della Pace
10 dicembre 2018, 11:34