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Italia: Alleanza contro la Povertà sul Reddito di cittadinanza

No a una misura assistenzialistica, dice in un documento il Cartello di oltre 20 associazioni impiegate nel sociale

Alessandro Guarasci – Città del Vaticano

Per il reddito di cittadinanza "insisto sulla mia proposta di destinare le risorse ai beneficiari tramite la formazione aziendale”. Cosi Armando Siri, sottosegretario ai Trasporti e consigliere economico di Salvini. Oggi, l’Alleanza contro la Povertà, che comprende oltre 20 organizzazioni, ha presentato un documento in merito.

Continuare sulla linea del Rei

Nove milioni di italiani in povertà o con redditi troppo bassi, che dovrebbero percepire un assegno di 780 euro al mese. L’Alleanza contro la Povertà chiede di non vanificare l’esperienza del Rei, il Reddito di inclusione introdotto dal governo Gentiloni.

Rischio caos

Per l’Alleanza, infatti, “esiste la possibilità che il Reddito di Cittadinanza sia introdotto il 1 aprile e disegnato in totale discontinuità rispetto al Rei adesso vigente. Una scelta che, a livello locale, porterebbe al caos: non solo si azzererebbe il lavoro faticosamente svolto sinora - con la sperimentazione del Sia dapprima e con l’introduzione del Rei dopo – ma si assegnerebbero ai Centri per l’Impiego compiti di cui oggi non sono in grado di farsi carico. In altre parole, nel 2019 non si riuscirebbe ad introdurre il modello d’intervento previsto dal RdC ma, esclusivamente, si vanificherebbero gli sforzi compiuti sinora, creando confusione nei territori”.

Coinvolgere i comuni

Dunque, la parola deve passare ai comuni perché “ a livello locale, gli unici attori a detenere le competenze necessarie per affrontare la multidimensionalità della povertà sono i servizi sociali comunali: a questi, pertanto, bisogna assegnare la regia della misura. Riconoscere la multidimensionalità significa, inoltre, promuovere la collaborazione tra i vari soggetti che possono fornire le molteplici risposte di cui i poveri hanno necessità”.

No a una misura assistenzialistica

Il vero pericolo, per l’Alleanza, alla fine il Reddito di Cittadinanza, se non accompagnato da una presa in carico dai servizi, diventi una forma di assistenzialismo. “Il vero cambiamento – viene scritto nel documento come spiega Roberto Rossini, portavoce dell’Alleanza contro la Povertà - non consiste nello smontare ciò che è stato realizzato dai Governi precedenti, bensì nell’arrivare dove questi non sono giunti. Nella costruzione del Reddito di Cittadinanza, dunque, l’Alleanza propone di partire dal Rei e, senza stravolgerne l’impianto complessivo, di migliorarlo ed estenderlo sino a fornire le risposte necessarie a chiunque si trovi in povertà assoluta”.

Ascolta l’intervista a Roberto Rossini

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04 dicembre 2018, 12:58