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Giornata mondiale contro l'AIDS. Poca informazione e consapevolezza

La scienza ha fatto grandi passi avanti per contrastare l'AIDS ma è una malattia che esiste ancora e che oggi non è più prevalentemente contratta dai giovani.

Emanuela Campanile, Eliana Astorri - Città del Vaticano

"Dell'infezione da HIV se ne parla troppo poco e purtroppo solo in determinate occasioni". Nello spiegare l'evoluzione delle cure per questo virus che esplose negli Stati Uniti negli anni '80, il prof. Roberto Cauda - Ordinario di Malattie Infettive della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli, Roma - sottolinea le gravi conseguenze di un'informazione carente sul pericolo dell'AIDS. "Negli anni '80 e '90 era una malattia prevalentemente dei giovani, oggi non è più così. Soggetti anche piuttosto avanti negli anni - prosegue - proprio per questa non percezione del rischio, giungono all'osservazione del medico quando la malattia, e quindi non solo la sieropositività, è molto avanti". Anche se in Europa i numeri della diffusione della malattia dimostrano "una certa costanza", e il modo di assunzione delle droghe è cambiato rispetto a come si usava l'eroina, il professore si dice comunque preoccupato per il diffondersi delle nuove droghe sintetiche, che potrebbero "comunque portare un incremento" dei casi.

Ascolta l'intervista al prof. Roberto Cauda

La critica al settore farmaceutico di MSF

Sull'ampliamento della diagnosi e della cura dell'HIV nei bambini, l'organizzazione medico-umanitaria Medici Senza Frontiere critica le aziende farmaceutiche per i ritardi e la mancata elaborazione di formulazioni appropriate. Tramite un comunicato stampa, MSF, fa sapere che "l'HIV pediatrico rimane una malattia trascurata. Essendo il mercato dei farmaci pediatrici limitato, questi non sono mai stati una priorità per le multinazionali farmaceutiche o per i produttori di generici. I ritardi hanno interessato sia lo sviluppo e l'introduzione di nuove formulazioni di farmaci pediatrici, sia il potenziamento delle formulazioni esistenti".

Dallo scorso anno ad oggi

Sempre secondo Medici Senza Frontiere, oltre ai "pochissimi prosgressi" da parte delle case farmaceutiche per migliorare l'accesso alle cure per bambini e adolescenti sieropositivi", i Paesi in via di sviluppo hanno difficoltà a fornire i trattamenti raccomandati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Le versioni pediatriche di questi farmaci non sono infatti disponibili laddove ce ne sarebbe bisogno.

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01 dicembre 2018, 09:00