Israele: dopo la tregua con Hamas, si dimette il ministro della Difesa

Il ministro della Difesa israeliano Avigdor Lieberman, dopo la tregua con Hamas, ha annunciato le proprie dimissioni. Nella Striscia di Gaza, intanto, si cerca di tornare alla normalità dopo pesanti bombardamenti

Amedeo Lomonaco - Città del Vaticano

In Medio Oriente gli sforzi per la pace hanno per il momento arrestato una nuova, drammatica escalation di violenze. Hamas ha annunciato una tregua, resa possibile dalla decisiva mediazione dell’Egitto. Ma forti tensioni agitano lo scenario politico in Israele. Si amplificano, in particolare, le critiche nei confronti del premier Benyamin Netanyahu che, dopo il cessate il fuoco, ha dichiarato: “Un leader deve saper prendere nei momenti di emergenza decisioni difficili, anche contro il parere del popolo”.

Dimissioni di Lieberman

Il ministro della Difesa, Avigdor Lieberman, ha annunciato le proprie dimissioni indicando i due i motivi che lo hanno spinto a prendere questa decisione: la tregua, definita “una resa al terrorismo”, e il trasferimento ad Hamas di 15 milioni di dollari da parte del Qatar. Le sue dimissioni potrebbero portare, secondo i mezzi di informazione israeliani, allo scioglimento del Parlamento dello Stato ebraico e ad elezioni anticipate. "E' necessario - ha detto Lieberman - andare al voto anticipato il più presto possibile”.

Proteste in Israele

La notizia della tregua ha scatenato in Israele forti polemiche anche da parte della popolazione: a Sderot, cittadina non lontana dal confine con la Striscia di Gaza, ieri sera centinaia di persone sono scese in strada per protestare. Nella Striscia di Gaza, intanto, si cerca di tornare alla normalità dopo giorni di violenti scontri. Le scuole e gli uffici pubblici sono di nuovo aperti. La situazione in questo martoriato territorio, segnato da anni di assedio, resta drammatica. Da diversi mesi gli stipendi dei dipendenti pubblici non vengono versati. Ed ogni giorno vengono assicurate solo 3 ore di elettricità.

Prima della tregua, razzi contro Israele e bombe su Gaza

Ad innescare la nuova ondata di violenze è stata l’uccisione, domenica scorsa, di 7 miliziani palestinesi durante uno scontro a fuoco con i soldati israeliani. Dopo questo episodio, combattenti di Hamas hanno lanciato centinaia di razzi contro Israele. L’esercito dello Stato ebraico ha risposto con pesanti bombardamenti sulla  Striscia di Gaza, dove sono anche stati distrutti alcuni palazzi. La sede dell’emittente televisiva di Hamas, “Al Aqsa”, è un cumulo di macerie. Sono oltre 200 le famiglie sfollate e numerosi i negozi seriamente danneggiati. Ai pescatori palestinesi è stato inoltre vietato, dalla marina israeliana, di utilizzare le loro barche.

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14 novembre 2018, 12:40