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Da Scholas e Fondazione Carolina un Osservatorio sul cyberbullismo

L'Osservatorio, che avrà sede in Vaticano, si occuperà della prevenzione e del contrasto al fenomeno del bullismo attraverso la Rete. Nella primavera 2019 il primo Convegno mondiale sul tema. Oggi la presentazione dell'iniziativa

Antonella Pilia - Città del Vaticano

Un Osservatorio internazionale, fortemente voluto da Papa Francesco, per contrastare l’omertà e il silenzio che ancora oggi, troppo spesso, gravitano attorno all’insidioso fenomeno del cyberbullismo. Si tratta di Ico, acronimo di International Cyberbullying Observatory, promosso da Scholas Occurrentes, fondazione pontificia nata su impulso del Santo Padre per promuovere il diritto all’educazione, e Fondazione Carolina, impegnata nella tutela dei minori sul web in memoria di Carolina Picchio, la prima vittima di cyberbullismo divenuta poi simbolo per tutti i ragazzi. L’iniziativa è stata presentata questa mattina a Palazzo Pio, alla presenza dei suoi promotori e dei coordinatori del comitato scientifico.

Una ricerca sul cyberbullismo

Quello di stamattina è stato il passo iniziale verso la costituzione dell’Osservatorio, che verrà presentato all’interno del primo congresso mondiale sul cyberbullismo, in programma nella primavera del 2019. Per prepararsi a questo appuntamento, da oggi fino a domenica, accademici, esperti e giovani sono riuniti al Centro Mariapoli di Castel Gandolfo per confrontarsi sulla problematica, tracciare lo stato dell’arte e lanciare un sondaggio mondiale sul cyberbullismo i cui risultati verranno poi illustrati ad aprile. “La sfida educativa – sottolinea Italo Fiorin, coordinatore del comitato scientifico – è imparare a sfruttare le potenzialità della rete per rinnovare i metodi di apprendimento e di formazione”. Tre gli obiettivi dell’indagine: misurare il fenomeno, esplorare le leggi già esistenti e il loro impatto e individuare le metodologie di prevenzione e le buone pratiche più efficienti.

Ascoltare i giovani

In questo percorso, i ragazzi avranno piena possibilità di far ascoltare la propria voce e di suggerire proposte concrete. “I veri protagonisti sono i giovani - ha confermato infatti José María del Corral, direttore mondiale di Scholas Occurrentes -. Abbiamo un Papa che ci ha insegnato già vent'anni fa, che l’educazione è ascolto. Così è nata la storia di Scholas: pensando che i problemi dei giovani venivano ignorati non solo in Argentina ma nel mondo intero. In tutti i Paesi che abbiamo visitato i giovani ci dicevano di essere soli e di non essere ascoltati. Questo sentimento ci ha portato a rispondere alla richiesta di Papa Francesco di fare qualcosa”.

I numeri del fenomeno

La situazione, dati alla mano, è molto grave. Un ragazzo su quattro, dall’età di 11 anni, è stato coinvolto in episodi di cyberbullismo. In Italia, l’11% delle vittime dichiara di aver pensato al suicidio. “Abbiamo iniziato nel 2008, come servizio pubblico, a occuparci del disagio adolescenziale in generale – ha affermato Luca Bernardo in qualità di direttore del Centro di coordinamento nazionale cyberbullismo del M.I.U.R. –. Oggi ci sono 1.200 casi nuovi all’anno, l’80% dei quali relativi a problematiche di cyberbullismo e sexting. Si contano oltre 200 casi di ragazzi ricoverati nel 2018, di cui il 5% tentati suicidi”.

Il ricordo di Carolina

“E’ un giorno importantissimo – ha concluso Paolo Picchio, papà di Carolina – perché mi riporta alla mente le parole di Carolina, che ha scritto ’Le parole fanno più male delle botte’, ma nonostante tutto ha voluto lanciare un messaggio di speranza concludendo con: ‘Spero che ora siate tutti più sensibili nei confronti delle parole'. L’incontro con Papa Francesco ci ha dato una forte spinta. La collaborazione con Scholas ha dato alla nostra fondazione un respiro internazionale e siamo qui per portare avanti un progetto enorme: vogliamo conoscere il fenomeno a livello mondiale perché solo in questo modo possiamo, se non eliminarlo, almeno limitarlo”.

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08 novembre 2018, 17:56