Scolari in una scuola africana Scolari in una scuola africana 

Camerun: sequestrati 79 studenti in una scuola cristiana

Un gruppo armato di separatisti ha sequestrato 79 studenti in una scuola cristiana nel Camerun occidentale, regione di lingua inglese. L'azione rientra infatti in una escalation di violenze messa in atto dai gruppi armati di questa regione anglofona contro il governo centrale francofono di Yaoundé, che accusano di discriminazione

Roberto Piermarini - Città del Vaticano

Tra le persone sequestrate nella scuola cristiana protestante nel villaggio di Nkwen, nei pressi di Bamenda, figurano anche il preside, un autista e altro personale dell'istituto presbiteriano. Gli studenti sequestrati – secondo quanto riferisce l’AdnKronos - hanno un'età compresa tra gli 11 e i 17 anni. I rapitori non chiedono un riscatto, ma la chiusura della scuola, secondo quanto riferito dal rev. Samuel Fonki Forba, a capo della Chiesa presbiteriana camerunense. L’azione ricorda i rapimenti di centinaia di ragazze nigeriane da parte dei jihadisti di Boko Haram ma in questo caso le motivazioni non sono di carattere religioso. L'azione rientra infatti in una escalation di violenze messa in atto dai gruppi separatisti armati di questa regione anglofona contro il governo centrale francofono di Yaoundé, che accusano di discriminazione.

Il sequestro in un video postato sui social

Un video degli studenti rapiti è stato postato sui social media dai guerriglieri che si definiscono 'Amba boys', in riferimento allo Stato di Ambazonia che i separatisti vogliono costituire nelle regioni anglofone nel nord-ovest e nel sud-ovest del Paese. Nel video – riporta l’Agenzia Ansa - diversi ragazzi rapiti sono costretti a fornire i loro nomi e quelli dei genitori. L'autenticità delle immagini non ha potuto essere verificata in modo indipendente, ma alcuni dei genitori hanno detto di aver riconosciuto i figli. Uno dei miliziani, rivolgendosi agli ostaggi, afferma: "Sarete rilasciati solo dopo la nostra lotta. Da adesso andrete a scuola qui".

I separatisti avrebbero compiuto altri sequestri in scuole della regione

Louis Marie Begne, portavoce del governo della regione del nord-ovest, ha detto che gli uomini armati hanno fatto irruzione nella scuola a tarda ora, mentre gli studenti dormivano. Gli assalitori hanno sopraffatto una guardia di servizio all'entrata e l'hanno costretta ad accompagnarli nelle camerate dove gli studenti dormivano. Dopo averli prelevati, hanno cercato di portarli via a bordo di uno scuolabus, ma il conducente ha finto un guasto al mezzo e quindi i rapitori se ne sono andati a piedi portando con sé gli ostaggi. Secondo lo stesso Begne, è probabile che i rapiti siano stati suddivisi in piccoli gruppi. I separatisti sono accusati di avere compiuto altri sequestri in scuole della regione. Lo scorso settembre sette studenti e un preside erano stati prelevati nella città di Bafut, secondo Amnesty International. L'organizzazione per i diritti umani afferma che gli ostaggi sono stati liberati dopo essere stati "torturati".

Il conflitto in Camerun tra francofoni ed anglofoni

Il Camerun, ex colonia francese dell'Africa occidentale, è stato teatro di diversi episodi di violenza a partire dal 2016, quando le due principali regioni di lingua inglese, quella nord-occidentale e quella sud-occidentale, hanno annunciato la volontà di separarsi dal resto del Paese, per costituire una nuova nazione chiamata Ambazonia. Gli abitanti di lingua inglese lamentano da tempo di essere trattati come cittadini di seconda classe e di ricevere una fetta inferiore di fondi statali rispetto ai cittadini francofoni.

Il Presidente Biya ha condannato tutti gli atti di violenza

La violenza nelle regioni anglofone, dove vive circa il 20% della popolazione camerunese, ha visto una recrudescenza negli ultimi mesi. I separatisti accusano il governo del presidente Paul Biya, al potere dal 1982, di attacchi militari non solo contro i guerriglieri ma anche contro i civili. I separatisti sono accusati di avere compiuto attacchi in cui sono stati uccisi membri delle forze armate. Biya, che ha 85 anni ed è stato rieletto per la settima volta nel settembre scorso, ha condannato gli "atti di violenza" da qualsiasi parte vengano compiuti.
 

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06 novembre 2018, 07:52