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Arrivo di migranti dall'Africa Arrivo di migranti dall'Africa 

Ricerca Caritas-Il Regno: istituzioni fanno percepire migranti come minaccia

È quanto emerge, in sintesi, da una ricerca promossa dalla rivista “Il Regno” e da Caritas Italiana, curata dai professori Paolo Segatti e Federico Vegetti dell’Università Statale di Milano, che sarà pubblicata nel numero di ottobre della rivista diretta da Gianfranco Brunelli ed allegata al mensile “Italia Caritas

Andrea De Angelis – Città del Vaticano

Secondo i dati Osce ed Eurostat nel 2017 l’Italia è il Paese nel quale la distanza tra percezione su quanti siano i migranti legali e realtà è più grande. Sul numero effettivo di stranieri rispetto alla popolazione totale, invece, l’Italia è tra le prime dell’Europa occidentale, ma presenta una distorsione minore rispetto ad altre realtà dell’Est Europa. La percentuale di immigrati irregolari, stimati dalla Fondazione ISmu nel 2017 a meno dell’1%, è davvero minima. A fronte di questa stima, nell’ottobre 2017 ben il 47% degli italiani era convinto che la maggioranza degli immigrati fosse costituita da illegali. In questo “c’è un concorso di colpa anche dei mezzi di comunicazione”, rei di alimentare eccessivo allarmismo. Ad affermarlo nel corso della nostra intervista è Gianfranco Brunelli, direttore de Il Regno.

Il rifiuto nasce dalla sfiducia

“Gli italiani non hanno fiducia che le loro istituzioni siano in grado di governare fenomeni eccezionali, qual è l’immigrazione in questo momento”, dice Brunelli. Questo è il punto di partenza per l’analisi di un fenomeno di chiusura e paura che sfocia, talvolta, nella xenofobia. Un’accoglienza parziale, fatta di richieste più o meno legittime. “Se un fenomeno non viene percepito come adeguatamente governato, facilmente si arriva a dire che è ingovernabile – spiega ancora il direttore de Il Regno -, con il conseguente rifiuto, la reazione negativa che diventano una forma di difesa possibile”. Il risultato è che in questo modo l’immigrazione da opportunità finisce per diventare un problema.

Meno scolarizzazione equivale a più paura

Dalla ricerca che sarà pubblicata nel numero di ottobre della rivista, emerge un altro aspetto: i più preoccupati sono i meno istruiti, con una differenza tra coloro che hanno finito la scuola dell’obbligo e coloro che hanno terminato l’università di 30 punti percentuali. Dal confronto complessivo tra il 2001 e il 2018 emerge inoltre che il peso politico-ideologico oggi è probabilmente cresciuto rispetto al passato, ma gli effetti dell’istruzione rimangono comunque maggiori. “Le persone con una scolarizzazione minore sono più fragili e ciò crea in loro insicurezza, rifiuto, le porta a difendersi”, dice Brunelli rispondendo su questo punto. “Anche qui l’informazione ha responsabilità – aggiunge -, ma il fenomeno è più complesso, sia da un punto di vista sociologico che antropologico. “Forse i governi di questo Paese non si sono presi sufficientemente cura di queste fragilità, ed oggi assistiamo invece ad un cambio di linea molto radicale in cui tali fragilità si cavalcano e – conclude – esistono imprenditori della paura”.

Il direttore della Caritas Italiana: “C’è stato un deficit di comprensione”

“Abbiamo scelto di condividere con la rivista Il Regno un’indagine sul tema dell’atteggiamento degli italiani sul fenomeno migratorio – spiega don Francesco Soddu, Direttore di Caritas Italiana -, per fornire uno strumento di comprensione delle tendenze in atto e avviare una riflessione a livello nazionale e locale, che superi la mera dimensione della contrapposizione”. “Forse c’è stato un deficit di comprensione di quanto nel paese stava avvenendo – afferma ancora don Soddu. Le ferite aperte da una crisi economica tardivamente affrontata – con i suoi esiti di impoverimento e di incertezza – hanno probabilmente accelerato processi di ripiegamento, di evaporazione delle reti sociali, di isolamento individuale e di enfatizzazione del sentimento della paura dell’altro”.

Ascolta l'intervista a Brunelli

 

 

 

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12 ottobre 2018, 12:05