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Indonesia: migliaia di bambini hanno bisogno di aiuto

Sono almeno 600.000 i bambini che stanno subendo le devastanti conseguenze del terremoto e dello tsunami che hanno colpito l’isola di Sulawesi nei giorni scorsi. Intervista a Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia, e a Filippo Ungaro, direttore delle comunicazione di Save the Children

Emiliano Sinopoli – Città del Vaticano

Tre giorni dopo il terremoto che ha colpito l’isola di Sulawesi e il devastante tsunami che ha colpito Palu City, l’Unicef ricorda che le condizioni di decine di migliaia di bambini, per i giorni a venire, rimangono estremamente precarie.

Centinai di morti e dispersi

Il Governo ha confermato che al 1 ottobre risultano centinaia di persone morte, 632 ferite e 90 scomparse, 48.025 sfollati interni e circa 1,5 milioni di persone potenzialmente colpite. È probabile che questi dati aumenteranno man mano che altre aree diverranno accessibili e il Governo condurrà ulteriori valutazioni. “I bambini a Palu, Donggala e altre aree colpite di Sulawesi hanno bisogno di aiuti urgenti per riprendersi", ha affermato Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia. "Molti hanno perso i propri cari, le case, i quartieri e tutto ciò che era loro familiare. La nostra organizzazione in Indonesia, in collaborazione con il governo, sta facendo tutto il possibile per rispondere a questa emergenza che ha colpito il Paese a solo un mese di distanza da un altro potente terremoto che ha causato migliaia di morti a Lombok. Si teme che oltre 1.000 scuole siano state colpite, con un impatto diretto su circa il 19% degli studenti nel Sulawesi centrale”.

Le azioni di Unicef nelle zone colpite

“L’Unicef Indonesia sta fornendo tutti gli aiuti necessari per i bambini e le loro famiglie, - ha detto Iacomini – con rifornimenti che comprendono cibo pronto all’uso, acqua, servizi igienico-sanitari e la fornitura di assistenza sanitaria primaria che comprende kit di primo soccorso, medicine e kit per l’igiene femminile. Inoltre - prosegue - affinché i bambini possano tornare ad avere un senso di normalità sono stati attivati servizi per l'identificazione e l'orientamento per i bambini separati dalle famiglie e non accompagnati, servizi di prevenzione della separazione familiare, supporto psicosociale e per l’istruzione”. L’Unicef – ha concluso - per rispondere all'attuale emergenza, ha lanciato un appello per 5 milioni di dollari per rispondere ai bisogni dei bambini all’istruzione, i servizi sanitari, nutrizionali, igienico sanitari e di protezione dell'infanzia. Tutte le informazioni per la donazione si trovano sul nostro sito”.

Ascolta l'intervista a Iacomini

Timore per la sorte dei minori rimasti orfani

Save the Children e i suoi partner locali in Indonesia sono fortemente preoccupati del forte impatto psicologico che il disastro rischia di avere sui minori, in particolare su coloro che sono rimasti orfani o che hanno smarrito i propri genitori. Proprio ieri è stata registrata una nuova scossa di terremoto di magnitudo 6.3 in Indonesia, al largo dell’isola di Sumba. “Stiamo ricevendo sempre più segnalazioni di bambini che sono rimasti separati dai loro genitori nel caos della fuga, mentre gli edifici crollavano e le onde dello tsunami spazzavano via case e negozi",  ha raccontato Filippo Ungaro, direttore della comunicazione di Save the Children. "Purtroppo, molti bambini hanno perso i genitori nel sisma. I bambini sono spesso i più colpiti da disastri come questo e dalle gravi conseguenze che ne derivano; è quindi fondamentale fornire loro immediato supporto fisico e psicologico”.

Spazi a misura di bambino

L'accesso alle zone colpite continua però a essere una delle principali sfide nella risposta umanitaria, con infrastrutture chiave come strade, ponti e aeroporti che sono inservibili o hanno subito gravi danni". Un team del partner locale di Save the Children, Yayasan Sayangi Tunas Cilik, ha raggiunto Palu – ha spiegato Ungaro – e nei prossimi giorni attiverà degli “spazi a misura di bambino”, per offrire ai minori un luogo sicuro e protetto, al riparo dal caos circostante. Il team - ha concluso - lavorerà inoltre con il Governo e altre agenzie per condurre una rapida valutazione della situazione”.

Ascolta l'intervista a Ungaro

 

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02 ottobre 2018, 12:41