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Camerun: alle presidenziali, astensione e violenze

Elezioni macchiate nel sangue in una delle due zone anglofone del Camerun, dove ieri, domenica 7 ottobre, si sono tenute le elezioni presidenziali. Tre uomini che sparavano contro i passanti nelle strade di Bamenda, capoluogo della provincia del nord-ovest, sono stati uccisi dalla polizia

Nelle province anglofone dove giusto un anno fa un gruppo separatista ha simbolicamente proclamata la loro indipendenza con il nome di Ambazonia, il tasso di astensione al voto è stato molto alto. In un anno di scontri tra i gruppi separatisti che si nascondono nelle foreste e le forze dell’ordine, queste ultime hanno perso 175 uomini mentre oltre 400 civili sono stati uccisi. Nel resto del Paese si è votato regolarmente. Il risultato è atteso tra una settimana. Tra i candidati c’è il Presidente uscente Paul Biya, 85 anni, al potere dal 1982, che si presente per ottenere un settimo mandato.

La creazione di un comitato anti-violenza

In previsione di proteste e violenze post- elettorali, è stata annunciata la creazione di un comitato cittadino di vigilanza, che intende mobilitare migliaia di giovani in tutto il Camerun. Il suo fondatore Nga Stéphane Geordane II afferma di aver ricevuto informazioni allarmanti sulla pianificazione della destabilizzazione del Camerun, con appelli lanciati da alcuni politici locali all’Onu perché l’Organizzazione delle Nazioni Uniti intervenga nel Paese, e la mobilitazione della diaspora camerunese nei Paesi occidentali. “Il loro obiettivo- afferma Geordane II - è di fare intervenire la comunità internazionale per destabilizzare il Camerun”. Secondo alcuni osservatori invece questi propositi allarmistici mirano a indebolire e a mettere in cattiva luce l’opposizione in previsione della rielezione del Presidente uscente. (L.M. - Agenzia Fides)
 

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08 ottobre 2018, 12:02