Conferenza stampa per l'emergenza sanitaria a Nauru Conferenza stampa per l'emergenza sanitaria a Nauru 

Australia: Onu chiede di affrontare l'emergenza migranti a Nauru

L'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati esorta il governo australiano ad affrontare la situazione sanitaria, ormai al collasso, nelle strutture di detenzione offshore per rifugiati e richiedenti asilo in Papua Nuova Guinea e Nauru

Elvira Ragosta – Città del Vaticano

"Ai sensi del diritto internazionale l'Australia resta responsabile per coloro che hanno cercato la sua protezione", ha detto la portavoce Catherine Subberfield ribadendo la richiesta dell'Unhcr affinché Canberra trasferisca immediatamente rifugiati e richiedenti asilo in Australia, dove possono ricevere un adeguato sostegno e cure.

Trasferimenti ed evacuazioni

L’Unhcr rileva che a partire dall’introduzione della cosiddetta politica di “detenzione offshore” nel 2013, circa 3.000 rifugiati e richiedenti asilo sono stati forzatamente trasferiti dall’Australia in strutture offshore in Papua Nuova Guinea e a Nauru. Di questi, circa 800 rimangono a Nauru e 650 in Papua Nuova Guinea. Nel mese di settembre, un numero maggiore di rifugiati e richiedenti asilo è stato evacuato per motivi medici da Nauru in Australia rispetto al biennio precedente. Alcuni di questi ri-trasferimenti hanno avuto luogo a seguito di ordinanze giudiziarie o azioni legali in senso più ampio.

L'impegno di Msf

Un team di Medici Senza Frontiere ha operato sull’isola di Nauru dal novembre del 2017, fornendo servizi piscologici e psichiatrici gratuiti a rifugiati, richiedenti asilo e abitanti del posto. Poi, dallo scorso 5 ottobre, il governo ha informato Msf che i servizi “non erano più richiesti” e ha chiesto all’organizzazione di sospendere le attività in 24 ore. “Una notizia giunta come un fulmine a ciel sereno” racconta Sara Giorgi psicologa di Msf che fino a luglio faceva parte del team sull’isola. Tanti i casi gravi affrontati dal team della ong. “Nel periodo in cui abbiamo operato - continua Sara Giorgi - abbiamo incontrato 78 tra tentativi di suicidio e gravi cause di autolesionismo”. Oltre ai casi sanitari, c’è poi la questione relativa all’istruzione di quei migranti giunti sull’isola in età prescolare o adolescenziale, molti di loro, infatti non sono stati inseriti a scuola e all’università.

Ascolta l'intervista a Sara Giorgi

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14 ottobre 2018, 10:25