Il neo presidente del Pakistan, Imran Khan (secondo a sinistra) Il neo presidente del Pakistan, Imran Khan (secondo a sinistra) 

Pakistan: richiesto al nuovo governo un Ministero per le Minoranze

La Commissione nazionale Giustizia e pace (Ncjp) della Conferenza episcopale pakistana porge i suoi auguri a Imran Khan, che ha assunto ufficialmente la carica di presidente del Pakistan il 9 settembre 2018, e chiede al nuovo governo di creare un Ministero per le Minoranze

Claudia Valenti - Città del Vaticano

La richiesta della Commissione è frutto di una dichiarazione congiunta, diffusa il 6 settembre, firmata da mons. Joseph Arshad, presidente della Ncjp, da Emmanuel Yousaf, direttore nazionale, e da Cecil Chaudhry, direttore esecutivo. La Commissione chiede che il nuovo esecutivo “promuova la libertà di pensiero, abolisca la corruzione ed elimini la discriminazione religiosa in Pakistan” e che lo faccia a partire dalla creazione di un Ministero per le Minoranze.

Il Ministero per le Minoranze

“Il Ministero dovrebbe promuovere un dialogo e delle strategie per la convivenza pacifica fra persone di varie fedi”, spiega a Vatican News Paul Bhatti, medico e politico pakistano, fratello di Shahbaz Bhatti, ucciso nel 2011. La Commissione ha espresso apprezzamento per la transizione democratica avvenuta con successo e ha assicurato che collaborerà con il nuovo esecutivo per il progresso e la pace del Paese. (Ascolta l'intervista a Paul Bhatti sui cristiani in Pakistan)

Le preoccupazioni nei confronti del nuovo governo

Alcuni però fra gli attivisti liberali e i leader delle minoranze esprimono crescenti preoccupazioni, sorte in seguito all’aumento dei prezzi, all’assenza di esponenti delle minoranze nel nuovo governo e a causa di alcune pubblicità in cui i cristiani vengono descritti come “adatti a fare solo gli spazzini”. “E’ una cosa - racconta Paul Bhatti - che è già successa numerose volte”. Ma in realtà, secondo Bhatti, non sono questi i problemi effettivi: ci sono problemi di fondo, più importanti, che andrebbero risolti affinché anche queste persecuzioni verbali non si verifichino più. “Una persona - continua Bhatti - può dire qualsiasi cosa ad un’altra e non è punibile. Ma è punibile un governo che non prenda misure adeguate per dare uguali diritti a tutti o per risolvere i problemi degli emarginati”.

L’emarginazione della minoranza cristiana

Sulla questione degli annunci pubblicitari rivolti ai cristiani, il professor Anjum James Paul, direttore di Pakistan Minorities Teachers’ Association, dichiara ad Asia News: “I cristiani sono stati privati dei loro diritti fondamentali”. Dalle parole di Bhatti in realtà emerge che i cristiani non sono perseguitati, ma certamente subiscono una “discriminazione, fatta di odi e occasioni di emarginazione”.
 

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10 settembre 2018, 14:37