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Michelangelo-Infinito. Mons. Dario E. Viganò: "Nuovo genere cinematografico"

Dal 27 settembre al 3 ottobre arriverà nei cinema italiani “Michelangelo – Infinito”, il nuovo film d’arte dedicato a Buonarroti. Protagonista, Enrico Lo Verso.

Davide Dionisi e Roberto Piermarini – Città del Vaticano

Non solo il David, la Pietà e la Cappella Sistina, ma la vicenda personale di un uomo passionale, introverso, pensieroso, sensibile e soprattutto geniale.

Bisogna pazientare ancora qualche giorno per poter apprezzare le sorprese che promette “Michelangelo - Infinito”, il nuovo film d’arte dedicato all’artista toscano.

Arriverà infatti nelle sale italiane il 27 settembre prossimo e si preannuncia come l’evento cinematografico della stagione. La pellicola traccia un profilo poco conosciuto del Buonarroti e ricrea atmosfere e sensazioni paragonabili a quelle di chi, a Firenze, varca il portone di via Ghibellina.

“Forza dello spettacolo del cinema che incontra l’emozione dell’arte”, un nucleo ricchissimo di materiale tanto vario e cronologicamente completo da rendere possibile un ritratto biografico inedito

Il progetto è una produzione originale Sky con Magnitudo Film, distribuita da Lucky Red. E’ stato realizzato con la collaborazione dei Musei Vaticani e di Vatican Media, con il Riconoscimento del Mibac – Direzione Generale Cinema, in collaborazione con il Consiglio Regionale della Toscana, con il Patrocinio del Comune di Firenze e del Comune di Carrara.

A dare il volto a Michelangelo Buonarroti è Enrico Lo Verso: “Ho potuto scoprire un Michelangelo che non conoscevo” spiega l’attore palermitano. “Un uomo di una complessità meravigliosa sempre alla ricerca della perfezione”.

Ascolta l'intervista con Enrico Lo Verso

La narrazione si snoda attraverso il racconto dei due protagonisti, Michelangelo Buonarroti (Enrico Lo Verso) e Giorgio Vasari (Ivano Marescotti), ambientato nelle suggestive Cave di Marmo di Carrara. Le riprese in ultra definizione (4K HDR) sono inedite e di forte impatto emotivo.

Il film verrà presentato in anteprima a Roma mercoledì prossimo, nella Casa del Cinema e giovedì prossimo a Milano presso il Castello Sforzesco. Nell’occasione la stampa incontrerà Enrico Lo Verso (Michelangelo Buonarroti), Ivano Marescotti (Giorgio Vasari), Emanuele Imbucci (regista del film), Cosetta Lagani (soggetto e direzione artistica), e Vincenzo Farinella (consulenza scientifica)

Clip esclusiva di "Michelangelo - Infinito"

Un nuovo genere cinematografico

Michelangelo – Infinito mi pare possa essere assunto come paradigma di un nuovo genere cinematografico compiendo una transizione che possiamo definire da documentari cinematografici a film documentati o anche film di autorevole finzione” ha spiegato Mons. Dario Edoardo Viganò, Assessore del Dicastero per la comunicazione, durante la presentazione del film presso il Braccio Nuovo dei Musei Vaticani.

Finzione autorevole

“La finzione è assolutamente autorevole” ha aggiunto l’Assessore del Dicastero per la comunicazione “Ogni scelta narrativa e visiva è stata studiata e realizzata nel rispetto delle fonti e con la massima accuratezza filologica. Ad esempio i monologhi di Vasari sono tratti fedelmente dalle sue Vite, quelli di Michelangelo sono tracciati a partire dalle sue Lettere e Rime; le sequenze visive sono documentate”.

Visual effects

“Il film” ha concluso Mons. Viganò “si avvale di un grande lavoro tecnologico rappresentato dai visual effects. Gli effetti tecnologici con la definizione del 4K HDR saranno apprezzabili in tutta la loro maestosità in particolare nel lungo piano sequenza tra i più spettacolari del film: ovvero la ricostruzione ed evoluzione degli affreschi della Cappella Sistina Michelangiolesca”

Intervista con Enrico Lo Verso

 

Che cosa vuol dire per un attore interpretare il genio Buonarroti?

R. - Nella vita di una persona si fanno tanti incontri, molti restano fondamentali per la formazione del carattere di ognuno di noi. Facendo questo mestiere ho il privilegio di incontrare tanti personaggi e l’avere incontrato Michelangelo sul mio cammino è stata una cosa molto bella, perché intensa, forte, molto particolare. Non è una persona, è un genio, qualcuno che nell’arco di una vita – peraltro, poi, altra cosa particolare nel suo caso, una vita molto lunga, rispetto all’età media del tempo - è riuscita a creare delle cose che dureranno per sempre.

Come è stato il suo approccio con la vita e l’opera dell’artista Michelangelo?

R. - Per fortuna ho potuto “vampirizzare” il lavoro che aveva già fatto la produzione, la regia, di scavo sulla persona e di conoscenza di tutto ciò che aveva fatto. Io, di solito, quando mi approccio ad un personaggio realmente esistito cerco di studiare non il personaggio, ma il tempo in cui è vissuto. Nel caso di Michelangelo, avendo vissuto lui così a lungo, sarei dovuto diventare un esperto - a livello di Paolucci! - per riuscire a conoscere bene questo genio e i vari periodi e tutto quello attraverso cui è passato. Ho letto alcuni libri che mi hanno passato e sono stati illuminanti. E lì ho potuto scoprire un Michelangelo che non è quello che conoscevo io. Per me Michelangelo era uno che aveva fatto questo, questo, questo e quell’altro. E invece è un uomo di una complessità meravigliosa.

Cosa le ha lasciato questa esperienza e cosa vorrebbe lasciasse a chi vedrà la pellicola?

R. - Mi sono sentito vicinissimo - e chiedo scusa per la presunzione - al dramma di un artista che cerca sempre, cerca sempre, sempre, sempre, di migliorarsi, cerca la perfezione, però la perfezione non è di questo mondo e quindi c’è un’insofferenza continua, un senso di inadeguatezza e di sconfitta… Quando invece lui arriva a dei livelli mai raggiunti prima e apprezzo i grandissimi sacrifici personali. Lui antepone l’arte, il bisogno artistico, a tutto ciò che invece mediamente noi, noi persone normali, consideriamo importanti, consideriamo fondamentali.

Ci racconti quale sentimento ha provato nel momento in cui è stato scelto quale interprete di Michelangelo?

R. - Il solito, quello che sento sempre quando mi presentano una cosa molto bella, una cosa che valuto importante: ma io sarò all’altezza di farlo? Questo senso di… E poi dopo mi assumo la responsabilità, comincio a entrarci e mi piace.

L’eredità (non solo artistica) che ha lasciato il Buonarroti e quanto di Michelangelo si trova in Lo Verso…

R. - C’è questo bisogno di migliorarsi continuamente, di affrontare nuovi territori e di andare avanti. Questo scavare dentro sé stessi, questo continuo riferimento alla cultura del suo tempo e anche alla cultura del passato che è formazione, è ciò che ti fa essere ciò che sei. Vorrei che questo Michelangelo potesse riuscire – come ha fatto il Michelangelo vero – a lasciare la voglia del bello in chi lo guarda.

 

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Enrico Lo Verso interpreta Michelangelo
17 settembre 2018, 08:30