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LoppianoLab. Il prof. Bruni: esiste un'economia che libera la persona

“Dal sogno all’impegno. Educazione, partecipazione, lavoro a cinquant’anni dal ’68". Questo il tema di LoppianoLab 2018, che si svolgerà nella cittadella di Loppiano (FI) il 29 e 30 settembre. E alla vigilia l'incontro annuale di Economia di Comunione in Italia

Adriana Masotti - Città del Vaticano

“Dal sogno all’impegno. Educazione, partecipazione, lavoro a cinquant’anni dal ’68”: questo il titolo che si è dato all'edizione di quest'anno, con un pre-LoppianoLab, domani 28 settembre, dedicato all’economia con la Convention italiana dell’Economia di Comunione (EdC).
LoppianoLab, laboratorio nazionale di economia, cultura, comunicazione e formazione, è promosso dal Polo Lionello Bonfanti, dal Gruppo Editoriale Città Nuova, dall’Istituto Universitario Sophia, dal Movimento dei Focolari in Italia e dal Centro internazionale di Loppiano. 

Le origini dell'Economia di Comunione

“Bisogna puntare a cambiare le regole del gioco del sistema economico-sociale” ha detto Papa Francesco agli imprenditori ed economisti che hanno aderito al progetto di Economia di Comunione incontrandoli a Roma il 4 febbraio 2017. Sulla scia di questo invito l’appuntamento annuale promosso presso il Polo imprenditoriale Lionello Bonfanti. “Un agire economico quello di Economia di Comunione - dice ai nostri microfoni l'economista Luigino Bruni, docente alla LUMSA di Roma e coordinatore internazionale progetto EdC - che nasce nel 1991 da un’esperienza forte di Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari, che visitando la città di San Paolo in Brasile, vide il contrasto enorme tra ricchi e poverissimi. Provò un’ inquietudine profonda e propose a tutto il suo Movimento di dar vita a imprese che decidessero di utilizzare i due terzi degli utili prodotti per progetti di sviluppo per i più poveri e per fa studiare i giovani per formarli ad una cultura del dare, e non alla cultura del prendere e dell’avere che è tipica del nostro tempo e di tutti i tempi”. (Ascolta l'intervista al prof. Luigino Bruni sull'Economia di Comunione)

Un'economia che libera la persona 

Oggi, dopo 27 anni da quel 1991, un migliaio di imprese in tutto il mondo e tante altre simpatizzanti si ispirano a questo modello che significa vivere l’economia come impegno morale. Oggi, sostiene il prof. Bruni, è necessario riscoprire l'economia come dimensione che libera la persona e che crea la comunità. Quanta distanza dalla prassi economica in cui siamo immersi! "Sì, la distanza è ciò che si vede - risponde Luigino Bruni - ma in realtà se noi guardiamo bene ciò che accade oggi, in tanta economia troviamo molta più etica e più attenzione alla persona di quanto non ci raccontino i media, e noi come Economia di Comunione, vogliamo far vedere ciò che già c’è di umano nell’economia, non solo inventarcelo noi, perché c’è tantissima umanità nell’economia, c'è tanta vita”.

“La Convention metterà in luce le buone prassi di vita civile e imprenditoriale diffuse in tutta Italia.”

I problemi del sistema economico in Italia

La Convention vuole dunque mostrare ciò che di solito non si vede e cioè il positivo, ma non nega i problemi da risolvere. Tra i nodi dell’attualità che verranno affrontati: il lavoro e i giovani, lo sfruttamento lavorativo, specie dei migranti, il caporalato. “Certo perché l’economia è dentro la vita della gente; è dentro la politica … Basta pensare all’Italia. Certamente c’è uno sfruttamento da parte di alcuni speculatori - più che imprenditori - o delinquenti che trattano le persone come delle merci, però c’è anche tutta una cultura dell’altro, dell’accoglienza, che però manca a livello politico, e ciò non rende semplice la vita all’imprenditore che vuole fare le cose per bene. Quindi chiaramente l’economia è la fotografia di un Paese: più un Paese ha una cultura civile, più l’economia è civile.

Giovani e lavoro. Il 'reddito di cittadinanza'

E poi il ‘reddito di cittadinanza’ allo studio del governo in Italia. L'economista Bruni contesta l'uso sbagliato delle parole che non corrispondono a ciò che si pensa di fare e aggiunge: "Io del cosiddetto ‘reddito di cittadinanza’ penso da una parte bene, da una parte meno. Se gli interventi servono ad aiutare la gente a lavorare mi piacciono, perché l’obiettivo di una democrazia è che la gente possa lavorare e non sopravvivere con un assegno. Quindi noi dovremmo aiutare chi perde il lavoro a gestire bene il passaggio, ma non dobbiamo dormire la notte finché un giovane non lavora, perché se un giovane non lavora si perde la parte più bella della vita. Quindi - conclude Luigino Bruni - il ‘reddito di cittadinanza’ mi piace se sussidiario al lavoro; se diventa un sostituto al lavoro allora no, perché il lavoro è molto di più che uno strumento per sopravvivere, il lavoro è troppo di più!

 

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27 settembre 2018, 10:00