Italia. Decreto immigrazione: preoccupazione del Centro Astalli
Claudia Valenti – Città del Vaticano
L’unificazione del Decreto sicurezza e del Decreto immigrazione del governo italiano in un unico testo di legge “ci pare fuorviante e sbagliata” dichiara a Vatican News Donatella Parisi, responsabile della comunicazione del Centro Astalli, “soprattutto in un momento storico come questo, in cui la criminalità organizzata e il terrorismo generano paure nella società civile”. Ancora una volta si ripete l’equazione che assimila i problemi di sicurezza interna con la gestione delle migrazioni. “I migranti – continua Parisi – sono persone che arrivano nel nostro Paese per costruirsi un futuro, sono in cerca di libertà e democrazia e non hanno nulla a che fare con tutto ciò che riguarda la sfera dell’illegalità e della criminalità”.
L’importanza della protezione umanitaria
Il primo articolo del decreto contiene nuove diposizioni in materia della concessione dell’asilo e prevede di fatto l’abrogazione della protezione per motivi umanitari, che era prevista dal Testo unico sull’immigrazione. “La protezione umanitaria è uno strumento importante e utile all’interno dell’ordinamento italiano – spiega Parisi – per tutte quelle persone che si trovano in una situazione di grave fragilità”. Nel caso in cui il percorso di integrazione di chi era in possesso della protezione umanitaria si rivelava proficuo, permetteva anche di ottenere un contratto di lavoro, con un conseguente permesso di soggiorno. “Oggi la protezione umanitaria sarà concessa in maniera ridotta – dice Parisi –e siamo preoccupati per quel che sarà, perché ci sembra che l’impianto generale del nuovo decreto porterà a un indebolimento delle garanzie per i migranti”.
Le conseguenze della riduzione dello Sprar
Il sistema Sprar per l’accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati sarà limitato solo a chi è già titolare di protezione internazionale o ai minori stranieri non accompagnati. Si potenziano invece i grandi centri per i richiedenti asilo, che però, non prevedendo alcun coinvolgimento delle amministrazioni locali, incontrano resistenze e generano tensioni sociali. “Questa è una battuta d’arresto – sostiene la responsabile del Centro Astalli - su anni di costruzione di un sistema di accoglienza e di integrazione solido”. E conclude: “L’integrazione deve partire fin dal primo giorno di accoglienza, ma questo oggi non sarà possibile”.
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