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Caritas Colombia: va avanti il processo di pace nel Paese

Il Segretariato di Pastorale sociale-Caritas della Chiesa colombiana ha elaborato un'analisi a tutto campo sulla situazione economica, sociale e ambientale della Colombia. Negli ultimi anni 343 uccisioni di leader sociali ma, nonostante questo clima di violenza, tutti i punti dell'accordo pace governo-guerriglia hanno fatto dei passi in avanti

Emiliano Sinopoli – Città del Vaticano

Il rapporto, pubblicato ieri sul sito della Conferenza episcopale colombiana, è suddiviso in quattro ambiti: socio-economico, socio-politico, sociale e socio-ambientale. In particolare, nel secondo ambito, trova grande spazio il tema della pace. Il documento riconosce che “possiamo paragonare il cammino del processo di pace, a una corsa sulle montagne russe, con frenate e accelerazioni». Tuttavia, “tutti i punti dell'accordo hanno fatto dei passi in avanti negli ultimi mesi», seppure in modo disomogeneo. Uno studio dell'Istituto Crok fa emergere che l'applicazione dell'accordo procede più velocemente rispetto ad altri accordi di questo tipo siglati in altri Paesi. Il 61% dei 578 impegni è in corso di implementazione. Non mancano però interrogativi e zone d'ombra.

Tensioni nel Paese

Dall’inizio del 2018 sono state 123 le uccisioni di leader sociali e difensori di diritti umani in Colombia, e 343 nell’ultimo periodo, a partire dagli accordi di pace con le Farc . Oltre alle uccisioni, si continua ad assistere al fenomeno del “desplaziamento”, la popolazione civile è forzata ad abbandonare le proprie abitazioni. Un fenomeno che negli ultimi mesi ha coinvolto, ad esempio, nella provincia del Catatumbo, nel nord del Paese, circa 10mila persone, a causa degli scontri tra l’Esercito di liberazione nazionale e ciò che rimane della guerriglia dell’Esercito popolare di liberazione.

Produzione di coca in aumento

Il rapporto dà spazio anche al tema della produzione di coca, aumentata dell’11% nel 2017. Il rapporto documenta, regione per regione, il rapporto tra aumento di coltivazioni e controllo del territorio dei vari gruppi criminali. Drammatica, in particolare, la situazione lungo la costa del Pacifico.

Migranti venezuelani in arrivo

Il rapporto dedica poi spazio al continuo arrivo di migranti venezuelani, ipotizzando che essi siano ormai arrivati a superare il milione e 200mila persone, e alla situazione dell’Amazzonia, un territorio che occupa circa metà del Paese, nel quale le popolazioni sono spesso private di diritti fondamentali, faticano a organizzarsi come società civile e subiscono gli interessi di grandi gruppi economici e minerari.

Chiesa colombiana auspica dialogo in favore del processo di pace

Nel rapporto della Conferenza episcopale colombiana, trova grande spazio il tema della pace. Il documento riconosce che “possiamo paragonare l’implementazione dell’accordo di pace a una corsa sulle montagne russe, con frenate e accelerazioni”. Tuttavia, “tutti i punti dell’accordo hanno fatto dei passi in avanti negli ultimi mesi”, seppure in modo disomogeneo. Uno studio dell’Istituto Crok fa emergere che l’applicazione dell’accordo procede più velocemente rispetto ad altri accordi di questo tipo siglati in altri Paesi. Il 61% dei 578 impegni è in corso di implementazione. Il rapporto dedica poi ampio spazio all’Eln, alla guerriglia ancora presente nel Paese, spiegando le difficoltà che ancora impediscono che si arrivi a un accordo, nonostante il dialogo sia arrivato al sesto ciclo di negoziato. La Chiesa colombiana ritiene fondamentale che “l’Eln cessi le sue azioni armate” e chiede che il dialogo continui, sottolineando che secondo un sondaggio dell’istituto Gallup questa è la volontà del 69% dei colombiani.
 

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26 settembre 2018, 12:59