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Zimbabwe: gli scontri continuano. Mnangagwa invita alla calma

Dopo le elezioni di lunedì, i sostenitori dell’opposizione sfidano le forze di sicurezza e accusano di brogli Emmerson Mnangagwa

Andrea Gangi - Città del Vaticano

I manifestanti accusano le autorità dello Zimbabwe di brogli elettorali, in modo da favorire il partito di Emmerson Mnangagwa. La polizia ha usato gas lacrimogeni per disperdere la folla, mentre i sostenitori dell’opposizione hanno bruciato barricate messe in piedi nel centro della capitale Harare.

La situazione politica

La causa degli scontri nello Zimbabwe sono le elezioni generali avvenute lunedì, le prime dopo i 38 anni al potere di Robert Mugabe, leader del partito Zanu-Pf, con un regime autoritario, responsabile di gravi violenze. Deposto Mugabe, si sono indette le consultazioni. Due gli schieramenti: il primo guidato da Mnangagwa, che appartiene allo stesso partito di Mugabe; il secondo guidato da Nelson Chamisa, capo del principale partito di opposizione. Mercoledì, dopo l'annuncio della vittoria alle legislative dello Zanu-Pf, la situazione è degenerata. La commissione elettorale ha annunciato per la serata di oggi i risultati ufficiali delle presidenziali. Chamisa ha accusato Mnangagwa di brogli elettorali, tra cui l’aver ritardato la diffusione dei dati sulle votazioni. Da qui sono cominciati gli scontri armati. "Quando il ministro dell'Interno ha reso noti i risultati dei voti - spiega Marco Di Liddo, esperto del Centro Studi Internazionali (Cesi) - è emersa un'affermazione del partito di potere. Il risultato, unito alle accuse di brogli e alla mancanza di di trasparenza nel processo eletttorale, ha fatto sì che la popolazione abbia avvertito il risultato come costruito, come non autentico". (Ascolta l'intervista a Marco Di Liddo). 

Gli scontri

L’esercito ha aperto il fuoco contro i sostenitori del Movimento per il Cambiamento Democratico, che protestano per i risultati del voto. “Noi ribadiamo che il nostro candidato Chamisa ha vinto le elezioni e siamo pronti a difendere il voto degli elettori", ha dichiarato la portavoce del partito, Thabitha Khumalo. I soldati hanno sparato contro la folla. Alcuni testimoni riferiscono di grandi nubi di fumo che si sono alzate nel cielo a causa delle automobili bruciate. Negli scontri sono stati lanciati gas lacrimogeni e usati idranti. Sono anche stati visti carri armati e altri veicoli dell'esercito passare per le strade della capitale e nei pressi della sede della commissione elettorale. Attualmente, si contano già tre morti. "C'è il rischio di uno scontro - continua Di Liddo - tra quelli che beneficiavano del sistema di potere dello Zanu e quelle componenti che erano state marginalizzate e vedevano nell'estromissione di Mugabe un momento di soddisfacimento delle proprie rivendicazioni".

L’appello del presidente

Mnangagwa ha intanto invitato alla calma, esortando tutti "in questo momento cruciale a desistere da dichiarazioni e affermazioni provocatorie. Adesso è il momento per la responsabilità e soprattutto la pace", ha concluso.

 

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02 agosto 2018, 12:03