Il presidente del Venezuela Nicolas Maduro  Il presidente del Venezuela Nicolas Maduro  

Venezuela in emergenza umanitaria: malnutrizione e carenza farmaci

Resta altissima la tensione politica in Venezuela, il presidente Maduro accusa due membri dell’opposizione di aver ordito l’attentato di sabato. La crisi economica continua ad affamare la popolazione, migliaia di cittadini fuggono verso Brasile e Colombia. La Caritas in prima linea negli aiuti umanitari

Marco Guerra - Città del Vaticano

Il Venezuela resta sull’orlo del collasso economico mentre la crisi politica torna centro dell’attenzione internazionale, dopo il presunto fallito attentato contro il presidente “chavista” Nicolas Maduro di sabato scorso, mentre il capo dello Stato pronunciava un discorso pubblico a Caracas.

Maduro accusa l’opposizione

Oggi l'Assemblea Costituente venezuelana esamina un provvedimento di revoca dell'immunità parlamentare dei deputati considerati implicati nell’attacco non è stato portato a termine. Maduro ha puntato il dito contro Julio Borges, ex presidente del parlamento, figura di spicco dell'opposizione, attualmente in esilio in Colombia e contro il parlamentare Juan Requesens.

Secondo Maduro i nomi dei due sarebbero stati fatti dalle sei persone arrestate subito dopo l'attacco con i droni carichi di esplosivo. In un lungo intervento alla radio e alla televisione, il presidente del Venezuela ha annunciato l'intenzione di chiedere agli Stati Uniti l'estradizione di un uomo residente a Miami che ha accusato di essere la mente e il finanziatore dell'attentato e che ha identificato come Yilber Escalona.

Borges: attentato è una farsa

Secondo le opposizioni l’attentato di sabato è una messa in scena usata per stringere ancora di più morsa del controllo governativo. Borges, insignito nel 2017 del premio Sakharov per i diritti umani dell'Ue, ha infatti respinto le accuse tramite tweet: “Né il paese né il mondo credono all'attacco farsa. Sappiamo tutti che è una facciata fabbricata per perseguire e condannare chi si oppone alla dittatura”. Borges ha anche denunciato l'arresto di Requesens “su ordine di Nicolas Maduro”, un “oltraggio ingiustificabile” ed una violazione della sua immunità parlamentare.

Crisi economica senza fine

Intanto sul fronte umanitario non si placa l’emergenza causata da una crisi economica senza precedenti iniziata nel 2014. L’inflazione fuori controllo, che in queste settimane, secondo alcune stime internazionali, ha raggiunto il 40.000%, sta erodendo il potere di acquisto dei salari. I recenti interventi sulla moneta e sugli stipendi varati dal governo si sono rivelati inefficaci. Il Pil del continua la sua discesa: ha perso il 16% nel 2016, il 14% nel 2017 e dovrebbe arrivare a -15% quest’anno.

Pochi giorni fa, durante una sessione del Congresso del Partito Socialista, lo stesso Maduro ha detto che saranno necessari almeno due anni per superare la grave crisi economica.

Brasile chiude la frontiera con il Venezuela

E non si ferma nemmeno il flusso di venezuelani che sta cercando rifugio nei paesi confinanti. Ieri un giudice brasiliano ha ordinato la chiusura temporanea del confine tra Brasile e Venezuela nello stato brasiliano settentrionale di Roraima. Tutte le fasce della popolazione sono colpite dalla mancanza di beni di prima necessità e farmaci.

Beccegato: la crisi è diventata regionale

Situazione descritta da Paolo Beccegato, responsabile dell’area internazionale di Caritas Italiana: “Dopo cinque anni consecutivi di recessione, di tassi di inflazione a triplo zero, il 40 per cento di alimenti in meno disponibili sul mercato, un potere d’acquisto che si abbassa di giorno in giorno e una povertà assoluta che cresce, è giunto chiamare questo stato di cose – appunto, dopo cinque anni – una crisi di ampiezza ormai regionale, visto l’enorme afflusso di rifugiati dal Venezuela ai due Paesi confinanti più vicini – cioè, Colombia e Brasile”.(Ascolta l'intervista a Paolo Beccegato della Caritas sulla situazione del Venezuela)

Alti tassi di deperimento e carenza di farmaci

Beccegato riferisce poi delle due preoccupazioni maggiori della Caritas: “La prima sono i tassi di deperimento, malnutrizione e denutrizione, soprattutto quella infantile, che si unisce alla carenza d’acqua, quindi di alimenti e di ogni genere di prima necessità”. “Il secondo grande elemento di preoccupazione – prosegue - è la carenza di farmaci e la scarsa assistenza sanitaria, a fronte del fatto che aumentano le epidemie –difterite, morbillo, malaria, addirittura c’è stato un caso di polio – e tutte le pandemie sono in deciso aumento”.

Difficile operare in Venezuela

Il responsabile dell’area internazionale di Caritas Italiana spiega inoltre che c’è un piano di interventi su scala regionale, che non comprende solo il Venezuela, ma anche Colombia e Brasile. Beccegato parla infine di un milione di rifugiati e delle difficoltà ad operare in queste zone: “Operare in Venezuela non è facile perché servono le autorizzazioni del governo; più fattibili gli interventi in Colombia e in Brasile, però lì c’è la questione dei rifugiati che, appunto, hanno anche bisogno di alloggio e quindi da questo punto di vista la cosa si complica”.

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08 agosto 2018, 14:25