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Migranti sulla nave Diciotti al porto di Catania prima dello sbarco Migranti sulla nave Diciotti al porto di Catania prima dello sbarco 

Nave Diciotti: l’accoglienza della Chiesa italiana

I migranti saranno accolti a Rocca di Papa, dopo le trattative tra lo Stato italiano e la Cei che hanno portato allo sblocco del caso della nave della Guardia Costiera. Don Maffeis sottolinea che è una risposta di supplenza, che comunque aiuta a sviluppare una "cultura dell'accoglienza"

Salvatore Tropea e Debora Donnini– Città del Vaticano

(Ultimo aggiornamento alle ore 19.45)

Sono più di cento e saranno accolti dalla Conferenza Episcopale Italiana, come annunciato nei giorni scorsi. Sono alcuni dei migranti della nave Diciotti, il cui caso si è sbloccato sabato scorso, dopo più di una settimana di stallo nel porto di Catania. A condurre le trattative è stato in particolare padre Aldo Buonaiuto, della Fondazione Giovanni XXIII, come ha sottolineato lo stesso Papa Francesco questa notte durante il volo di ritorno dal viaggio in Irlanda. “Io non ho messo lo zampino – ha affermato il Pontefice – ma quello che ha fatto il lavoro con il ministro dell’Interno è stato padre Aldo” oltre all’intervento della Cei tramite il cardinale Gualtiero Bassetti “che era qui – ha specificato il Papa – ma al telefono guidava tutto il tramite, e uno dei due sottosegretari, padre Maffeis, negoziava con il ministro”.

Don Maffeis: risposta di supplenza 

E proprio don Ivan Maffeis, che è anche direttore dell'Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali, in una lunga intervista al Sir, ha sottolineato che questa è "una risposta di supplenza" non "la risposta" ma anche risposte di solidarietà come questa "possono aiutare a sviluppare una cultura dell'accoglienza". Si è dunque scelto di intervenire non "comunicati o appelli generici" ma offrendo un'accoglienza immediata e concreta. Adesso i migranti sono nell'hotspot di Messina e saranno trasferiti nelle prossime ore a Rocca di Papa e da qui poi saranno ospitati in tante diocesi che hanno dato la loro disponibilità, fa sapere don Maffeis. "Per noi - spiega ancora - era importante sbloccare una situazione ormai insostenibile". Don Ivan Maffeis sottolinea, poi, che c'è il livello della solidarietà e dell'emergenza ma "la politica e la cultura del Paese devono interrogarsi e fare la propria parte". "Possiamo essere talmente miopi da chiuderci in una Europa fortezza  - conclude - ma in questo caso, oltre a lasciare fuori le persone, moriamo noi dentro. Oppure possiamo, con tutta la disponibilità possibile, trovare delle vie per affrontare il tema secondo legalità e sostenibilità e metterci in gioco".

Padre Buonaiuto: reciproca apertura tra Stato e Chiesa per il bene di queste persone

Il principale mediatore è stato padre Aldo Buonaiuto, il cui lavoro si è svolto “in questo momento tragico nel quale la situazione era rimasta impantanata, anche perché i Paesi europei non davano una risposta” come spiega lo stesso sacerdote intervistato da Luca Collodi per Radio Vaticana Italia (Ascolta l’intervista integrale a padre Buonaiuto sul caso della nave Diciotti). “C’è stata questa reciproca apertura con il ministro dell’Interno – racconta padre Buonaiuto – che reputo positiva perché ha dato una risposta a quelle persone che si trovavano in una situazione drammatica”.

Lojudice: rischio di battaglia politica sulla pelle dei migranti

Sull’accordo tra lo Stato italiano e la Chiesa è intervenuto anche il vescovo ausiliare di Roma per il settore Sud, monsignor Paolo Lojudice, intervistato da Alessandro Guarasci (Ascolta l’intervista a mons. Lojudice sui migranti della nave Diciotti). “Questo incontro – ha sottolineato – può produrre un nuovo dialogo e un tavolo di confronto sereno e pacato” e quindi produttivo. Ma c’è da riflettere su alcuni rischi che si corrono in futuro. Primo fra tutti il rischio che sulla pelle dei migranti si giochi una battaglia politica interna ed esterna. “Sappiamo – ha affermato – che una politica mal gestita, tanto in passato quanto nell’oggi, porta ad un malcontento diffuso nell’opinione pubblica”, anche perché “bisogna constatare una fatica oggettiva dell’Europa a non essere Europa” con i governi “che sono molto autocentrati”. Questo inoltre porta al rischio che un caso come quello della nave “Diciotti” si possa ripetere in futuro.

Migranti accolti a Rocca di Papa già nei prossimi giorni

Le persone sbarcate dalla nave della Guarda costiere e prese in carico dalla Cei si trovano attualmente a Messina e, come ribadisce padre Buonaiuto, saranno accolti alle porte di Roma, a Rocca di Papa, dal centro di accoglienza straordinaria “Mondo Migliore”. Una notizia già annunciata da Papa Francesco, che durante il volo papale ha anche spiegato come i migranti incominceranno subito ad imparare la lingua italiana e chi li accoglierà farà con loro tutto il lavoro che si è fatto in passato con i migranti che sono poi riusciti ad integrarsi stabilmente in Italia. Per i tempi di trasporto da Messina a Rocca di Papa, spiega padre Aldo Buonaiuto, “si tratta di una questione di poche ore, quindi già domani o nei prossimi giorni”.

La disponibilità della Chiesa italiana

“Una volta arrivati nel centro di Rocca di Papa – racconta padre Buonaiuto – si predisporrà la prima accoglienza e ulteriori controlli delle condizioni di salute dei migranti. Dopodiché la Chiesa italiana accoglierà queste persone grazie alla grande disponibilità che sta già arrivando da parte delle varie diocesi e di molte istituzioni e movimenti cattolici come la Caritas e tanti altri”. Padre Buonaiuto ci tiene poi a sottolineare come questo “non è un caso isolato, perché la Chiesa ha risposto e risponde quotidianamente ai bisogno degli ultimi” a dimostrazione che lo spirito evangelico fa sì che “chiunque bussi alle porte delle nostre diocesi trovi sempre qualcuno pronto ad aiutarlo”.

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27 agosto 2018, 13:16