Suor Genevieve e Dario Artigas Nilo che mostra al Papa le foto della sua famiglia desaparecida in Argentina Suor Genevieve e Dario Artigas Nilo che mostra al Papa le foto della sua famiglia desaparecida in Argentina 

Giornata delle vittime delle sparizioni forzate: un dramma che non conosce fine

In tutto il mondo, si celebra oggi la Giornata internazionale per le vittime di sparizione forzata, indetta dalle Nazioni Unite nel 2010. A Vatican News la testimonianza di suor Genevieve delle Piccole Sorelle di Gesù, da sempre accanto alle famiglie dei desaparecidos.

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

I dati diffusi oggi da Amnesty International, in occasione della Giornata internazionale dedicata alle vittime di sparizioni forzate, raccontano la portata di un fenomeno estremamente preoccupante e che non conosce tregua. Sarebbero trentamila gli scomparsi nella “Guerra sucia” in Argentina tra il 1976 e il 1983; centomila nel conflitto interno dello Sri Lanka;  82mila dall’inizio di quello siriano. Due-tre, in media, le persone che spariscono ogni giorno in Egitto. Dal 1999 in Kosovo sono state registrate oltre seimila persone come disperse.

Le sparizioni sono una violazione dei diritti umani

Metodo efficace per diffondere un clima di paura e terrore, secondo la definizione contenuta nell’articolo 2 della Convenzione Onu del 20 dicembre 2006, con il termine “sparizione forzata” si identifica “l'arresto, la detenzione, il sequestro e ogni altra forma di privazione della libertà condotta da agenti dello Stato o da persone o gruppi di persone che agiscono con l'autorizzazione, il sostegno o l’acquiescenza dello Stato”. Un sistema che implica anche “il silenzio riguardo la sorte o il luogo in cui si trovi la persona sparita”. Entrata in vigore nel dicembre 2010, la Convenzione è stata firmata da 97 Stati, 58 dei quali hanno anche proceduto a ratificarla. Il documento prevede anche l’istituzione di un “Comitato sulle sparizioni forzate” in grado di monitorare l’impegno degli Stati.

Il grido dei desaparecidos

Dardo Dario Artigas Nilo da anni lotta per riavere le spoglie di sua sorella Maria Asuncion e del marito Alfredo Moyano, spariti in Argentina quando lui aveva 17 anni. Originario dell’Uruguay, con la famiglia si trasferì nel Paese sudamericano e immediatamente perse i due fratelli Ruben e Alberto. Aveva 15 quando toccò proprio a lui essere prelevato e torturato in carcere. A presentarlo a Papa Francesco, all’udienza generale del 22 agosto, è stata suor Genevieve Jeanningros, da 50 anni al fianco dei giostrai di Ostia, e da sempre impegnata accanto ai famigliari delle vittime di sparizioni forzate. “Anche mia zia Leonie Duquet, religiosa francese missionaria in Argentina, sparì nel dicembre 1977”. (Ascolta l'intervista alla religiosa)

La consolazione della sepoltura

“Ho conosciuto Dario – racconta – in uno dei miei 3 viaggi in Argentina. Nel 2005, il corpo di mia zia è stato ritrovato e abbiamo dato sepoltura. Dario mi ha sempre spiegato l’importanza di avere una tomba su cui piangere e devo dire che è un passaggio importante, è una vera e propria consolazione”. Suor Genevieve, ricordando l’incontro di Dario con il Papa, mette l’accento sulla dolcezza del Pontefice. “Ha ascoltato la storia e poi ha voluto tenere per sé le foto dei suoi famigliari. E’ stata una cosa molto bella. Il Papa ha spesso ricevuto le mamme dei desaparecidos e ha sempre espresso la sua vicinanza, abbracciandole con affetto, invitandole a lottare per arrivare alla giustizia e alla verità”.

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30 agosto 2018, 13:59