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Crisi umanitaria in Kerala: appello della Chiesa

Sale il bilancio delle vittime e degli sfollati dopo la peggiore alluvione degli ultimi cento anni. Il card. Gracias, arcivescovo di Mumbai, ha lanciato un appello ai cattolici a unirsi in solidarietà con Caritas India

Andrea Gangi – Città del Vaticano

Si aggrava di ora in ora il bilancio delle vittime delle alluvioni che hanno sconvolto lo Stato indiano del Kerala: finora sono 370. Gli sfollati, invece, 800 mila. Si teme anche la diffusione di epidemie. Per questo il card. Oswald Gracias, arcivescovo di Mumbai e presidente della Conferenza episcopale indiana ha lanciato un urgente appello a tutti i cattolici, ai vescovi e alle comunità locali a unirsi in solidarietà con Caritas India, che opera attraverso squadre di soccorso in tutto lo Stato indiano.

 

Una situazione di emergenza

Lo stato nel Sud dell'India sta subendo la peggiore inondazione provocata dai monsoni degli ultimi cent'anni. Nei prossimi giorni l'intensità delle piogge dovrebbe diminuire, ma ora ci si concentra ancora sulle difficili operazioni di salvataggio, con i soccorritori impegnati nel tentativo di raggiungere chi è rimasto bloccato nei villaggi più remoti. Da quando la stagione delle piogge è iniziata, lo scorso maggio, i morti sono stati almeno 370, di cui più della metà uccisi dalla violenza scatenata dagli acquazzoni negli ultimi dieci giorni. “Oltre 67mila famiglie sono colpite dall’inondazione e dalle valanghe – spiega il cardinale Oswald Gracias - Vi sono circa 24mila ettari di terreno agricolo andato perduto: ciò significa che la maggior parte delle comunità colpite ha perso la principale fonte di reddito, dal momento che esse sono occupate nel lavoro dei camp. Dato che la popolazione dipende dall’impiego giornaliero nei campi, tra i braccianti si è diffuso un senso di insicurezza e precarietà”.

Raggiungere le comunità isolate

Il card. Gracias sottolinea l’importanza degli sforzi della Caritas, che “sta portando aiuto nelle 24 diocesi dello Stato e distribuisce cibo, acqua potabile, vestiti, utensili. Vi è l’urgenza di raggiungere ancora più comunità bloccate e isolate nelle aree più remote e nei villaggi irraggiungibili". "La nostra tempestiva assistenza" aggiunge il porporato "potrà venire incontro ai bisogni delle persone afflitte e ridurre la sofferenza dei nostri fratelli e sorelle del Kerala. C’è un’estrema necessità di ricostruire la vita delle persone e delle comunità, riabilitando e ripristinando i loro mezzi di sostentamento”.

Gli appelli del Papa e del cardinale Gracias

“Mi appello con fervore a voi, fratelli vescovi e a tutte le gerarchie ecclesiastiche, a unirvi in solidarietà e incoraggiare la comunità di fedeli, le istituzioni e le persone di buona volontà a contribuire in maniera generosa a questa crisi umanitaria ed esprimere la nostra solidarietà in questo momento cruciale” afferma il cardinale, invitando chi può ad aiutare la popolazione colpita. Anche Papa Francesco ha rivolto una preghiera per le vittime e i sopravvissuti del disastro naturale. “Non manchi a questi fratelli – ha detto – la nostra solidarietà e il concreto sostegno della comunità internazionale”.

 

 

 

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20 agosto 2018, 14:51