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Anziana che cuce Anziana che cuce 

Anziani: solitudine più rischiosa del caldo

Il caldo è un fattore di rischio per gli anziani, ma è l’isolamento sociale la causa principale della loro morte nei mesi estivi. La comunità di Sant’Egidio di Roma si impegna anche quest'anno al loro fianco

Andrea Gangi – Città del Vaticano

Anziani in pericolo a causa del caldo torrido di questi mesi. Colpo di sole e collasso da calore sono tra le complicanze più gravi che possono riguardarli a seguito di un’esposizione prolungata al sole e all’afa. Per questo è necessario non lasciarli soli e prendere le dovute precauzioni.

I rischi dell’età

Il caldo afoso di origine africana e le temperature che arrivano a 40 gradi sono un serio pericolo per gli anziani. Si tratta delle persone più a rischio a causa di un sistema di termoregolazione compromesso dall’età. Tra i più vulnerabili sono gli anziani ipertesi e affetti da malattie cardiovascolari e respiratorie e che presentano insufficienze renali croniche e disturbi dell’equilibrio elettrolitico. Limitare l'attività fisica nelle ore più calde della giornata è un ottimo modo per evitare colpi di calore e collassi. Anche indossare abiti leggeri e cambiare i vestiti sudati è utile. Inoltre è necessario bere abbondantemente e reidratare il corpo con sali minerali.

Il veleno della solitudine

Ma in un contesto del genere non va sottovalutato anche il rischio della solitudine. “Gli anziani pagano il duro prezzo dell’isolamento sociale - ci spiega Giancarlo Penza, responsabile del programma ‘Viva gli anziani’ della Comunità di Sant’Egidio di Roma – che vuol dire non avere contatti umani e relazioni di prossimità anche per giorni e settimane". (Ascolta l'intervista a Giancarlo Penza sugli anziani soli). In uno studio presso l’università di Chicago, è stato dimostrato che la solitudine degli anziani ne compromette lo stato di salute e ne aumenta il tasso di mortalità del 14 %. Solitudine equivale infatti a depressione, depressione significa abbassamento del sistema immunitario con tutte le conseguenze che ne derivano.

Seve l’aiuto di tutti 

La comunità di Sant’Egidio di Roma si occupa da anni di assistenza agli anziani. Li protegge dall’isolamento sociale, condivide le loro ansie, la loro vita e la loro fede. “Per molti di loro, soprattutto d’estate – spiega Giancarlo Penza – avere la possibilità di telefonare a qualcuno, di instaurare relazioni costanti, aumenta il senso di sicurezza e protezione. Questo fa bene alla salute”. Ogni attività di questa comunità è un’azione collettiva, frutto di una sinergia di uomini e donne di età e condizioni sociali diverse che, in maniera gratuita e volontaria, offrono ciò che possono e tutelano una parte consistente della popolazione. Inoltre, i risultati non mancano: “Il programma è attivo dal 2004 in molti quartieri della capitale -prosegue Giancarlo Penza – e i risultati statistici sono chiari: riduzione di ricoveri ospedalieri del 10%, abbattimento della metà dei ricoveri presso case di riposo e riduzione della mortalità durante l’estate”. Come contribuire da semplice cittadino? Col volontariato attivo. Giancarlo Penza spiega che se nel proprio condominio c'è un anziano e la sua finistra non si apre da qualche giorno,  per esempio, è utile e semplice bussare alla porta e chiedere notizie. Con un gesto così, sottolinea, si può salvare una vita! 

 


 

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06 agosto 2018, 13:35