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Siria. Unicef: a Quneitra 55 mila bambini senza assistenza umanitaria

Sempre drammatica la situazione in Siria. Il direttore regionale Unicef per il Medio Oriente e il Nord Africa, Geert Cappelaere, lancia un nuovo allarme per il sud del Paese

Barbara Castelli – Città del Vaticano

Crisi senza fine in Siria. Secondo un comunicato Unicef, una nuova ondata di violenza nel sud del Paese ha messo in fuga oltre 180 mila persone, di cui circa la metà bambini. A parlare è Geert Cappelaere, direttore regionale Unicef per il Medio Oriente e il Nord Africa: “Stando alle ultime notizie, molti di questi bambini e le loro famiglie continuano a non ricevere assistenza umanitaria salva vita di base”.

Incomprensibile rifiuto dell’accesso umanitario

“Negli ultimi anni”, precisa il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, “l’accesso umanitario in Siria è stato gravemente limitato, condizionato e, a volte, completamente negato”. “Il rifiuto dell’accesso umanitario ai bambini – si legge ancora nella nota – è una delle sei gravi violazioni dei diritti dei bambini, secondo le priorità del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite”. A nome dei circa 6 milioni di piccoli che in Siria hanno bisogno di assistenza, Unicef chiede “un accesso tempestivo, duraturo, sicuro, senza condizioni e impedimenti”.

Un perenne stato di incertezza e violenza

Secondo quanto si apprende dalle agenzie, intanto, è stato raggiunto un accordo tra i ribelli e il regime proprio nella provincia di Quneitra. L’intesa, riportata dall’agenzia di stampa ufficiale Sana e confermata dall’Osservatorio siriano per i diritti umani, prevede il ritorno della città sotto il controllo di Damasco e l’evacuazione di quanti rifiutano il patto verso la provincia settentrionale di Idlib. Sono state completate, invece, le operazioni per lo sgombero dei villaggi di al-Foua e Kefraya, località a maggioranza sciita nel nordovest della Siria, da tre anni sotto l’assedio dei ribelli.

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19 luglio 2018, 19:04