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Marchionne, l'uomo dalla mente e dal cuore aperti

E’ morto oggi a 66 anni a Zurigo Sergio Marchionne per un arresto cardiaco. Le complicazioni sono sorte dopo l’operazione alla spalla. Messaggi di cordoglio da tutto il mondo. Funerali in forma strettamente privata

Debora Donnini-Città del Vaticano

E' morto Sergio Marchionne, il manager globale, fuori dagli schemi, che ha salvato la Fiat: l'azienda dall'essere sull’orlo del fallimento diventa, negli anni, il sesto gruppo automobilistico al mondo anche grazie alla fusione con Chrysler. Tante mosse giuste in questi 14 anni di guida, che hanno riportato in primo piano la storica auto italiana.

L'attenzione agli operai

Mosse nate dalla mente di un uomo laureato in filosofia e giurisprudenza, con un master in Business Administration. E non a caso dello studio della filosofia amava dire che non era stato il meno importante. L’uomo, dunque, dal cuore e dalla mente aperta, che voleva vedere con i suoi occhi le condizioni in cui lavoravano gli operai nelle fabbriche. Diventa nel 2004 amministratore delegato della Fiat. Nel 2004– raccontò a Ezio Mauro allora direttore di Repubblica – “ il sabato e la domenica andavo a Mirafiori, senza nessuno, per vedere quel che volevo io, le docce, gli spogliatoi, la mensa, i cessi. Cose obbrobriose. Ho cambiato tutto: come faccio a chiedere un prodotto di qualità agli operai e farli vivere in uno stabilimento così degradato?”.

Le scelte difficili

Un manager che lavorava duramente, dormiva pochissimo, fumava, viaggiava molto, amava una vita lontana dal lusso. Noto il suo look casual con i maglioni neri. Un manager che ha fatto scelte forti e controcorrente come a Pomigliano con il referendum che ha portato alla spaccatura con la Fiom ma ha registrato il “sì” degli operai e l’uscita da Confindustria. Oggi, però, la società, pur avendo in Olanda la sede principale e quella fiscale a Londra, ha mantenuto la maggior parte della produzione in Italia. 

Il ceto medio

Naturalizzato canadese, Marchionne è nato a Chieti, in Abruzzo, nel 1952. Suo padre, maresciallo dei carabinieri, decise di trasferirsi in Canada quando Sergio aveva 14 anni.  Anni duri, in cui Marchionne portò avanti gli studi e lavorò come commercialista e avvocato. Poi ricoprì ruoli dirigenziali in diverse aziende prima in Canada, poi in Svizzera finché nel 2003 fu chiamato a far parte del Consiglio di Amministrazione del Lingotto e nel 2004 gli affidato il ruolo di amministratore delegato. Negli ultimi 14 anni ha conseguito molti successi, lanciato nuovi modelli, acquisito la Chrysler e fatto nascere FCA, Fiat Chrysler AutomobilesAveva in fondo capito il paradosso di una globalizzazione e di un capitalismo selvaggi. In un articolo Massimo Gramellini sul Corriere della Sera ricorda quando gli spiegò “il paradosso di un sistema dove il lavoratore e il consumatore sono la stessa persona: impoverendosi il primo, scompare il secondo. ‘Qualche emiro che compra una Ferrari lo troverò sempre. Ma se il ceto medio finisce in miseria, chi mi comprerà le Panda?’”.

L'attenzione ai lavoratori

La sua attenzione ai lavoratori la ricorda l’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia nell’intervista di Luca Collodi:

R. - Ho avuto modo di incontrarlo diverse volte. Mi ricordo in particolare della visita che ho fatto alla fabbrica di Grugliasco della Maserati. Non credevo che venisse con John Elkan e che addirittura mi illustrasse tutta la realtà di questa nuova fabbrica. Vedevo che salutava tutti gli operai uno ad uno, si interessava della loro famiglia, del loro lavoro … Insomma, mi sembrava che avesse un tratto non solo da manager, ma anche che tenesse conto delle persone che lavoravano lì e che lo salutavano. Lui si rendeva sempre disponibile a parlare con loro.

Mons. Nosiglia, cosa rappresentava per Marchionne Torino e la Fiat, oggi Fca?

Alla Fiat ha dato un’impronta internazionale. É ovvio che non era certamente come Giovanni Agnelli, che aveva cuore torinese e quindi legato molto al nostro territorio, però ha cercato comunque di mantenere il più possibile una certa presenza, anche qualificata di industria qui a Torino. Quindi, in qualche misura, era vicino alle esigenze della città. Ovviamente la Fiat è diventata ormai una presenza qualificata in tutto il mondo anche grazie a lui.

Il cordoglio

E mentre arrivano messaggi di cordoglio da tutto il mondo, ci si stringe alla compagna Manuela e ai due figli. “L’uomo e l’amico se ne è andato” dice John Elkann, amministratore delegato di Exor: “Io e la mia famiglia gli saremo per sempre riconoscenti per quello che ha fatto”, sottolinea ricordando che il miglior modo per onorare la sua memoria è "far tesoro dell’esempio che ci ha lasciato, coltivare quei valori di umanità, responsabilità e apertura mentale di cui è sempre stato il più convinto promotore”. Tra i messaggi anche quello del Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, che evidenzia "come abbia sempre provato a guardare oltre l’orizzonte". "E' un momento molto triste e difficile. Una notizia straziante. Era un uomo unico e ci mancherà", ha detto Mike Manley, nuovo amministratore delegato di Fca. La notizia è sulle prima pagine dei giornali del mondo, che gli riconoscono di aver salvato la Fiat e la Chrysler e, quindi, migliaia di posti di lavoro, che vuol dire la vita di tante famiglie.

E in serata la notizia che l'ultimo saluto a Sergio Marchionne, sarà in forma strettamente privata. Il manager verrà ricordato dalle aziende del gruppo a settembre in due distinti momenti, con due cerimonie, una a Torino e una ad Auburn Hills.

 

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25 luglio 2018, 14:17