Giappone. Patrimonio dell'umanità i luoghi del cristianesimo

In Giappone, dodici luoghi simbolo del cristianesimo “nascosto” sono diventati patrimonio dell’umanità. Lo ha deciso il 30 giugno scorso il comitato dell’Unesco. “Il cristianesimo giapponese riconosciuto nella sua storia”, il commento dell'arcivescovo di Nagasaki

Legati alla storia delle persecuzioni cristiane dell’epoca Edo (1603-1867), sono 12 i siti riconosciuti Patrimonio dell'umanità dal comitato dell’Unesco. I luoghi si trovano a Nagasaki e nella regione di Amakusail. La soddisfazione della Chiesa locale ha trovato forma nelle parole di mons. Joseph Mitsuaki Takami, arcivescovo di Nagasaki: “Il cristianesimo giapponese riconosciuto nella sua storia” 

La Cattedrale di Nagasaki e il “Miracolo dell’Oriente”

Come riportato dall'Agenzia Asia News, "uno dei siti riconosciuti come bene mondiale è la Cattedrale Oura di Nagasaki, la più antica chiesa nel Paese e già tesoro nazionale. Costruita da due missionari francesi della Società delle missioni estere nel 1864 per onorare i 26 martiri cristiani, 9 europei e 16 giapponesi, è famosa per un avvenimento che Papa Pio IX definì un 'miracolo dell’Oriente': dopo l'inaugurazione, un gruppo di persone provenienti dal villaggio di Urakami chiese a p. Petitjean – uno dei due missionari costruttori – di poter entrare nella chiesa per 'poter salutare Maria'. Erano Kakure Kirishitans, discendenti dei primi cristiani giapponesi costretti all'anonimato, e furono seguiti da altre decine di migliaia di cristiani sotterranei che vennero nella cattedrale e ripresero la pratica cristiana".

I luoghi della persecuzione

Nell’elenco dei beni tutelati dall’Unesco, i resti del Castello di Hara che fu lo scenario della rivolta, nel 1637, dei cattolici a seguito della quale le persecuzioni si inasprirono. Inserito nella lista anche  il villaggio Sakitsu dove, in segreto, i cristiani continuarono a praticare la loro fede.

Maeda: la pace è rispetto dell’altro

Il neo cardinale Thomas Aquino Manyo Maeda, arcivescovo metropolita di Osaka e discendente di cristiani “nascosti”, ha dichiarato al Japan Times che il riconoscimento permetterà alle persone di scoprire la storia del cristianesimo in Giappone. “La registrazione porta con sé qualcosa di profondo e pieno di significato - ha dichiarato il porporato al quotidiano - in cui una vera pace per i popoli arriva quando vi è rispetto l’uno per l’altro”.

Occasione di evangelizzazione

Ad Asia News, l'arcivescovo di Nagasaki, ha espresso la medesima soddisfazione: “Per 250 anni, il cristianesimo è stato perseguitato in Giappone. Ora, viene riconosciuto nella sua storia, e molti più giapponesi cominciano a interessarsi nel cristianesimo. In molti verranno in questi luoghi per visitarli: per noi è anche un’occasione per evangelizzare”.

La storia di fede ha valore universale

Per richiamare l'importanza della memoria nel cammino di fede, e dunque la necessità che gli stessi fedeli studino “la storia degli antenati”, il 1 aprile la diocesi di Nagasaki, la più grande del Paese, ha inaugurato un museo dedicato alla storia del cristianesimo giapponese. “Bisogna ricordare la storia perché non sono gli edifici ad essere importanti - ha concluso mons. Takami - ma la storia dietro di essi. È questa storia di fede che ha un valore universale”

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02 luglio 2018, 18:50