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A Manila il Genfest 2018, laboratorio di fraternità oltre i muri

Sarà il superamento dei confini di ogni tipo il tema del meeting mondiale dei giovani promosso dal Movimento dei Focolari, che si terrà dal 6 all’8 luglio. L'invito è a superare le barriere che nascono da egoismi e pregiudizi, paure e disinformazione per un mondo più unito e solidale

Adriana Masotti - Città del Vaticano

Difesa dei confini, respingimenti forzati, esasperazione dei particolarismi, chiusure sociali: è ciò che stiamo vivendo e non solo in Europa. A orientare decisioni politiche ed economiche è la paura di perdere la propria identità e le proprie sicurezze nel confronto con altri popoli e altre culture.

Dai giovani una proposta controcorrente 

Eppure questa è solo una faccia della realtà. In tanti, infatti, credono ancora nell’apertura e nella condivisione e in particolare le nuove generazioni più abituate a misurarsi con la diversità.
Ed è per questo che i giovani del Movimento dei Focolari hanno scelto per il loro prossimo evento mondiale, a Manila dal 6 all’8 luglio prossimi, il tema dei confini scegliendo come titolo “Beyond all borders” e cioè “Oltre ogni confine”. L’invito è a un coraggioso cambio di prospettiva.

A Manila il Genfest 2018

Nato nel 1973 da un’idea di Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari, il Genfest è alla sua undicesima edizione, la prima a svolgersi fuori dal continente europeo.. Kiara Lauren dei "Giovani per un Mondo Unito", promotori della manifestazione, spiega: “Abbiamo scelto l’Asia perché nel mondo sei giovani su dieci vivono lì. (…) Nonostante i problemi e il divario socio-economico, questo continente parla al mondo di speranza e di voglia di cambiamento”.

Un laboratorio di fraternità

“Il Genfest è una grande manifestazione - dice ai nostri microfoni Erika Ivacson, artista ungherese in prima fila nella preparazione dell'evento - ma soprattutto è un’iniziativa che vuol dare grande visibilità a quello che noi crediamo: che il mondo può essere diverso, che c’è speranza, che non è vero che tutto è soltanto negativo perché c’è tanta gente che vive, lavora e dà la vita perché il mondo sia migliore”. E non è un’utopia o un’ideologia, dice ancora Erika, perché il Genfest è una cosa concreta, che si vive". (Ascolta l'intervista a Erika Ivacson sul Genfest 2018)

Il Genfest vuol essere un laboratorio di fraternità, una scuola da esportare per contagiare la società: chi entrerà, si legge in un comunicato dei Focolari, troverà gli strumenti per poter operare un cambio in sé stesso e nel proprio ambiente, per passare – come ha invitato recentemente Papa Francesco alla cittadella dei Focolari di Loppiano – “dall’io al noi”.

Il programma: condivisione e azioni concrete

Nello spazio del World Trade Center della capitale filippina, fra musica e performance artistiche, i giovani potranno approfondire diverse tematiche, dalla cura del territorio, alle forme di impresa sociale, alla gestione dei conflitti personali e politici, all’uso dei social media per la pace. 
Potranno ascoltare testimonianze di solidarietà come l’impegno di giovani statunitensi e messicani sulla frontiera dei loro Paesi; gesti di aiuto e riconciliazione in situazioni di conflitto in Africa e Medio Oriente, attività di supporto ai rifugiati in campi profughi e accoglienza nelle città, le esperienze di un nuovo modo di fare politica, il dialogo tra le religioni ecc.
Ma avranno la possibilità anche di darsi da fare scegliendo tra 12 attività di solidarietà, accoglienza e riqualificazione urbana da svolgere in diversi punti di Manila.

Explo: e io che posso fare?

Altra novità di questa edizione del Genfest sarà la mostra interattiva Explo, fusione di “Exposition” e “Exploration”. “Questo percorso è un’esperienza che nasce dalla vita e cerca di offrire un’esperienza, un’immersione, qualcosa che ti avvolge – ci dice ancora Erika Ivacson, che è anche curatrice della mostra -. L’abbiamo sviluppata come un viaggio, incentrato sulle cinque dimensioni fondamentali dell’uomo: la parola, il corpo, la terra, il cielo, il futuro. E arrivati a questa tappa verso cui tutti siamo proiettati, i giovani verranno chiamati a fare liberamente una scelta di fronte alla domanda: e io cosa posso fare? Per poter proseguire il percorso, però, dovranno fare un salto: questo salto, logicamente è simbolico, rappresenta la sospensione del domani. E una volta fatto, entreranno nello spazio del futuro scoprendo i frammenti di fraternità che già esistono in tutto il mondo. Alla fine, i ragazzi avranno la possibilità di ricevere una “carta d’identità” che certifichi che vogliono continuare a costruire un mondo più fraterno".

In migliaia seguiranno la diretta streaming

L’evento di Manila sarà trasmesso in diretta streaming. in inglese e con traduzioni in francese, italiano, portoghese e spagnolo, attraverso il sito dei "Giovani per un Mondo Unito" che affermano: “Istintivamente verrebbe da dire che non siamo mai stati così lontani come oggi da una qualsiasi forma di unità tra persone, popoli o culture ma qui sta la sfida che vogliamo cogliere e proporre a tutti: fare delle diversità dei punti di forza. Non crediamo alla teoria dello scontro delle civiltà, ma al suo opposto: lavoriamo perchè persone e popoli si guardino in faccia, riconoscano i reciproci valori, facciano rete, senza rinunciare ciascuno alla propria identità". 

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04 luglio 2018, 09:29