Si è concluso il Genfest 2018: migliaia di giovani per l'unità

A Manila giovani da tutto il mondo hanno vissuto tre giorni intensi di condivisione, musica, arte e azioni concrete all'insegna della fraternità. Per dare speranza al mondo occorre essere donne e uomini di unità, il messaggio che ciascuno di loro si porta a casa

Marco Tursi e Egilde Verì - Manila

“Oltre i confini c’è qualcuno che vi aspetta”. Sono le parole che il cardinale e arcivescovo  di Manila, Luis Antonio Tagle,  ha consegnato ai seimila giovani arrivati da oltre cento Paesi del mondo a Manila per il Genfest 2018.
Tre giorni (6-9 luglio) in cui l’invito ad andare oltre i confini, “Beyond all borders”, è stato declinato attraverso l’arte, lo spettacolo, ma soprattutto attraverso le storie di alcuni giovani che sperimentano nella loro vita confini dolorosi: personali, sociali, religiosi.

Le testimonianze che danno speranza

Come quella di Noé Herrera (Messico) e Josef Capacio (USA) che vivono appena al di là del confine di Stato tra i loro due Paesi. Noé deve affrontare tutti i giorni ore di fila per poter andare a scuola oltre la frontiera. Da dove gli viene la speranza? Dall’amicizia con Josef e altri ragazzi nordamericani con i quali lavora per portare una mentalità condivisa di rispetto e conoscenza reciproca.

Aziz, invece, è iracheno: ora vive in Francia e rivolge ai ragazzi del Genfest una domanda: “Vi è mai capitato di pensare che un giorno, improvvisamente, potreste perdere tutto: famiglia, casa, sogni: E tu, voi, cosa fareste?”.

Egide e Jean Paul, uno ruandese e l’altro burundese, si sono conosciuti in una circostanza drammatica. A una fermata dell’autobus Jean Paul è stato aggredito e ridotto in fin di vita. Egide l’ha salvato, assistendolo per mesi. Un gesto straordinario se si pensa alla ferita mai rimarginata per il conflitto recente tra i loro Paesi. 

Imparare a sporcarsi le mani

Storie, ma anche azioni concrete: per non rimanere nella teoria, l’azione Hands for Humanity ha dato ai ragazzi la possibilità di “sporcarsi le mani” scegliendo tra dodici attività di solidarietà, accoglienza e riqualificazione urbana a cui partecipare in diversi punti di Manila.

Amare, ricominciare, condividere

Esiste allora una ricetta per superare muri e confini quando tutto sembra spingere nella direzione opposta, si chiede il popolo del Genfest?
Maria Voce, la presidente del Movimento dei Focolari che ha promosso l'evento a Manila, propone tre parole che sono anche un programma di vita per tutti i ragazzi che ora stanno tornando nei propri Paesi: amare, ricominciare e condividere. Amare i popoli altrui come il proprio; ricominciare non perdendo mai la speranza che un altro mondo è possibile e condividere ricchezze, risorse e pesi personali e collettivi.
E conclude sfidando i giovani ad essere uomini e donne di unità, persone che portano in cuore i tesori di ogni cultura, ma che sanno anche donarli agli altri ed essere – in definitiva – uomini e donne globali.

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08 luglio 2018, 16:24