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Migranti in attesa di sbarcare Migranti in attesa di sbarcare  

Immigrazione. Il card. Bagnasco: l’Europa parli con una sola voce

Si riaccende lo scontro in Europa sulla questione immigrazione dopo la vicenda della nave Aquarius, in viaggio verso Valencia. E’ scortata da due unità della Guardia Costiera della Marina italiana che hanno ospitato a bordo 400 dei 629 migranti che erano sulla nave umanitaria

Benedetta Capelli – Antonella Palermo – Città del Vaticano

E’ in viaggio verso Valencia, in Spagna, la nave Aquarius, al centro in questi giorni di un acceso dibattito, innescato dal rifiuto dell’Italia di accogliere i 629 migranti a bordo. Una mossa che ha scatenato le proteste della Francia nei confronti del governo italiano. A sua volta Roma ha risposto, convocando l’ambasciatore francese in Italia. Al momento resta confermata la visita del premier Conte a Parigi.

Corsa alla solidarietà in Spagna

Al di là delle polemiche politiche, in Spagna molte comunità autonome si sono offerte di ospitare i migranti, seguite da oltre duecento comuni tra i quali quelli di Madrid e Barcellona. I migranti dell'Aquarius provengono per la maggior parte dalle regioni subsahariane. Tutti i minori non accompagnati – ha fatto sapere la vicepremier spagnola Carmen Calvo che coordina le operazioni - rimarranno sicuramente a Valencia, gli altri con le loro famiglie. Già predisposta la presenza di traduttori, avvocati e funzionari per accelerare le procedure legali legate allo sbarco e per verificare la possibilità di applicare lo status di “rifugiato politico” che scatta in caso di fuga da Paesi in guerra o per catastrofi naturali.

Europa divisa sull’immigrazione

Dopo lo scontro Italia-Francia, si leva la voce il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani per il quale sulla questione immigrazione è “a rischio l’intera Unione Europea”. Il commissario europeo per gli affari interni Dimitris Avramopoulos ha ringraziato l’Italia per “gli erculei sforzi fatti negli ultimi tre anni per salvare vite umane”. Il ministro dell’Interno tedesco Horst Seehofer ha chiamato il premier Matteo Salvini per concordare una proposta comune sulla protezione delle frontiere esterne. Da Malta, Joseph Muscat parla della necessità di non dividersi e ricorda che “l’Italia ha dato moltissimo all’Europa”. 

Il card. Bagnasco: serve una sola voce, basta proclami

Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente del Consiglio delle conferenze dei vescovi d'Europa, evidenzia la necessità di mettere fine alle polemiche e rispettare i principi di accoglienza e integrazione. (Ascolta l'intervista al già presidente della Conferenza episcopale Italiana)

R. - Innanzi tutto mai dimenticare quanto il Santo Padre ricorda con grande insistenza ovvero i principi evangelici, alla base di una vera umanità, cioè il principio dell’accoglienza di chi ha bisogno e dell’integrazione, specialmente di fronte a persone che sono in gravi difficoltà per motivi che ormai sono noti a tutti. Una seconda considerazione riguarda la comunità europea che, se è veramente una comunità, deve decisamente affrontare la cosa insieme all’Italia in modo molto più determinato, solidale e molto, molto concreto.

La nave ora sta viaggiando verso il porto di Valencia. L’apertura della Spagna, secondo lei, è una sconfitta per la politica italiana?

R. - Penso che rientri in quella maggiore consapevolezza, ma soprattutto nella determinazione concreta fatta di azioni e di interventi concreti assolutamente necessaria, perché la coscienza europea non sia una coscienza solamente dei singoli popoli, dei singoli Stati riguardo il proprio immediato interesse, ma veramente una coscienza collettiva.

Sullo scontro tra Roma e Parigi, con le accuse di Macron di cinismo e irresponsabilità da parte dell’Italia e le repliche di Palazzo Chigi. Come valuta questo? Diversi commenti sui giornali ci ricordano la chiusura da parte della Francia nei confronti di chi cercava di oltrepassare il confine di Ventimiglia per approdare in Europa …

R. - Quello che lei ha detto poc’anzi è un fatto sotto gli occhi di tutti e non un episodio; è una situazione continuativa. Secondo fatto, sono le parole; parole pesanti, giudizi pesanti vengono da situazioni che non sembra brillino di accoglienza, di integrazione, di intervento cordiale.

Salvini in un’intervista su Il Corriere della Sera dice che sta nascendo un’asse con i tedeschi basato su una parola d’ordine: difendere le frontiere esterne …

R. - Gli assi a due a tre se portano del bene per tutti - per tutti - certamente sono una cosa buona. L’ideale sarebbe un asse circolare che attraversi tutte le nazioni, gli Stati, i popoli del continente.

La voce delle Chiesa in Europa di fronte ai populismi che in Europa sembrano diffondersi sempre di più, qual è?

R. - Un conto è parlare dei governi dei singoli Stati e delle loro politiche per quello che è possibile e giusto e un altro conto è parlare degli episcopati delle varie nazioni. Non si può pensare che i vescovi non intervengano con modalità possibili, discrete certamente, anche riservate, presso i rispettivi governi per aiutare, portare il proprio contributo in certe questioni di carattere etico, sociale o di povertà o come questo fenomeno dell’immigrazione. Certamente quello che fanno, che cercano di fare con molto rispetto, non viene messo sui manifesti delle piazze.

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13 giugno 2018, 11:58