Un neonato in ospedale Un neonato in ospedale 

Festa della Mamma, Unicef: ogni bambino è vita

Si celebra oggi la festa della Mamma e per l’occasione Unicef Italia lancia la campagna per sensibilizzare su una maggiore assistenza alle mamme e ai bambini che appena nati rischiano di morire per problemi di parto e malattie

Salvatore Tropea – Città del Vaticano

Ogni anno, in tutto il mondo, 2,6 milioni di neonati muoiono prima di compiere il loro primo mesi di vita, 7 mila ogni giorno. Altrettanti nascono già senza vita, la stragrande maggior parte dei quali per problemi legati al parto o per infezioni come setticemia, tetano, meningite e polmonite. L’allarme arriva da Unicef Italia che, in occasione della festa della Mamma, lancia la campagna “Ogni bambino è Vita”, come racconta a Vatican News Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia.

Ancora troppe morti tra i neonati

La campagna è stata pensata perché “è importante – sottolinea Iacomini – poter garantire il diritto alle madri di dare alla luce i propri bambini in sicurezza e allo stesso tempo limitare delle morti che sono evitabili”. Ogni anno, infatti, 1 milione di neonati muore nello stesso giorno in cui nasce e sono tantissimi, soprattutto nei Paesi sottosviluppati, quelli che corrono grossi rischi nei primi sei mesi di vita. La sensibilizzazione su questi temi vuole porre un focus sulla necessità di “fornire a questi bambini e alle loro madri – spiega il portavoce di Unicef Italia – un’assistenza di qualità” che è quindi “fondamentale per garantire la sopravvivenza e l’aiuto di cui hanno bisogno”.

La raccolta firme

“Ogni bambino è Vita” rappresenta una petizione che, racconta Iacomini, ha “l’obiettivo di chiedere ai governi, agli addetti alla sanità, ai donatori, al settore privato, alle famiglie e alle imprese di contribuire in ogni modo per assicurare la sopravvivenza e la cura di ogni bambino”. Le firme raccolte, infatti, saranno consegnate ai Ministri della Salute, riuniti nell’Assemblea Mondiale della Sanità, che si terrà dal 21 al 26 maggio prossimi. Come sottolinea Iacomini la raccolta firme è già partita da tempo e ha già “avuto oltre 85 mila adesioni in tutto il mondo” e c’è ancora possibilità di aderire fino al prossimo 20 maggio (all’indirizzo firma.unicef.it).

La situazione italiana

L’Italia, afferma Andrea Iacomini, “sicuramente rispetto ad altri Paesi, è molto più avanti e non presenta le criticità che, invece, si riscontrano in realtà come il Bangladesh, l’Etiopia e l’Indonesia”. In Italia sono presenti 26 Ospedali e 7 Comunità riconosciuti dall’Unicef come “Amici dei bambini”. Nel 2017, su un totale di 464.000 nati, “il 6,5 per cento è nato in questi ospedali, dove vengono messi in campo – racconta il portavoce – le misure precauzionali e di salvaguardia dei bambini che mancano in molti altri Paesi”. Questi neonati e le loro madri hanno quindi beneficiato dei migliori standard di assistenza in materia di parto e allattamento.

L’allattamento, il regalo più bello di una mamma

Non solo la campagna “Ogni bambino è Vita”. L’Unicef promuove anche il programma “Insieme per l’allattamento”. Questo rapporto, spiega Iacomini, dimostra che “il numero di bambini che non vengono allattati è ancora molto alto e, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, lo è anche nei Paesi più ricchi del mondo”. L’allattamento rappresenta un tema fondamentale per la salute e la crescita dei piccoli perché, afferma Iacomini, “il latte materno protegge i bimbi da malattie letali, aiuta ad avere un quoziente intellettivo più alto e quindi l’allattamento è il più grande regalo che una madre, ricca o povera che sia, possa fare al proprio bambino”. Inoltre, attraverso il programma dell'Unicef sono stati formati oltre 3.900 operatori e oltre 1.600 persone sono state sensibilizzate per diffondere la cultura dell’allattamento all’interno del sistema sanitario. Nelle strutture che hanno iniziato il percorso per il riconoscimento di “Ospedali Amici dei Bambini” sono oltre 4.000 le persone e gli operatori che stanno seguendo corsi di formazione e di sensibilizzazione.

Ascolta l'intervista ad Andrea Iacomini

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13 maggio 2018, 08:00