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Il Rapporto "Le tante facce dell'esclusione" Il Rapporto "Le tante facce dell'esclusione" 

Save the Children: condizione dei bambini, al Niger la maglia nera

"Le tante facce dell'esclusione": il rapporto di Save the Children sui minori in 175 Paesi del mondo in occasione della Giornata internazionale dei bambini. Il Niger il Paese peggiore. Slovenia e Singapore ai primi posti

Debora Donnini - Città del Vaticano

E’ il Niger ad aggiudicarsi la maglia nera come il Paese dove i bambini corrono più rischi. La fotografia sull’infanzia in 175 Paesi è stata scattata dal rapporto di Save the Children “Le tante facce dell’esclusione”, diffuso per la Giornata internazionale dei bambini. Un dato è certamente allarmante: più di 1,2 miliardi di bambini, cioè oltre la metà dei bambini nel mondo,  sono minacciati da povertà e conflitti, cioè rischiano di morire prima di aver compiuto i 5 anni, di soffrire le conseguenze della malnutrizione o di non andare a scuola. Questo soprattutto a causa di guerre, povertà o discriminazioni. 

L'Africa sub-sahariana occupa i posti peggiori

Nella classifica ai posti peggiori oltre al Niger si collocano altri paesi africani: Mali, Repubblica Centrafricana, Ciad e Sud Sudan. Ma va anche considerato che è difficile raccogliere dati su aree segnate da conflitti o gravi crisi umanitarie come la Siria o lo Yemen. A vivere in povertà estrema nell’Africa sub-sahariana sono il 52% dei minori mentre in Asia meridionale il 36%. Nel mondo poi a causa dei conflitti si calcola siano 27 milioni i minori tagliati fuori dall’educazione. Rispetto allo scorso anno ci sono stati progressi in 95 Paesi su 175 ma anche peggioramenti in 40 e, quindi, senza azioni urgenti - segnala Save the Children – non si raggiungerà l’obiettivo di garantire entro il 2030 salute, educazione e protezione per tutti i bambini, come previsto dagli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Le bambine vittime di violenza sessuale e matrimoni forzati

A preoccupare è in modo speciale la condizione delle bambine. Circa 120 milioni di ragazze a livello globale hanno subito forme di violenza sessuale, 15 milioni di bambine in età scolare non avranno mai la possibilità di imparare a leggere e scrivere e circa 12 milioni di ragazze si sposano ogni anno prima dei 18 anni. Un fenomeno, quest’ultimo, che si registra molto nelle aree dove vi sono conflitti perché in questo modo le famiglie cercano di difenderle proprio dalle violenze sessuali. E poi a preoccupare sono i fenomeni della mutilazione genitale femminile e la prostituzione forzata. A sottolineare che le bambine sono le più penalizzate in contesti di discriminazione, è Filippo Ungaro, direttore della comunicazione di Save the Children, intervistato da Giordano Contu. "In contesti di povertà - racconta - se una famiglia deve decidere chi mandare a scuola si privilegia il maschio". Le bambine spesso subiscono ogni tipo di sfruttamento come i matrimoni forzati: anche da giovanissime, vengono date in spose a persone molto più grandi di loro. Finiscono incinta da giovanissime. "Sono tornato recentemente dall’Uganda - prosegue - e ho incontrato una ragazza di 15 anni, scappata senza genitori dal conflitto in Sud Sudan. E' rimasta incinta, probabilmente è stata stuprata e ha già un bambino molto piccolo. Ora grazie a Save the Children sta recuperando gli anni perduti a scuola".

L'Italia all'ottavo posto

Tra i Paesi più a misura di bambino, ci sono al primo posto Slovenia e Singapore, poi i Paesi scandinavi mentre gli Stati Uniti sono al 36.mo seguiti subito dopo da Russia e Cina. Va comunque considerato che ben 30 milioni di bambini e ragazzi nei Paesi OCSE vivono in povertà relativa grave. L’Italia, invece, si colloca all’ottavo posto. "Ovviamente è una posizione in termine relativi di vantaggio dove - spiega Ungaro - sostanzialmente i bambini stanno bene però non dobbiamo dimenticarci i problemi che esistono anche nel nostro Paese, dove più di 1 milione di bambini vivono in condizione di povertà che spesso si associa alla povertà educativa, cioè alla mancanza di opportunità di tipo educativo per potersi costruire un futuro dignitoso".

 

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31 maggio 2018, 12:01