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Portogallo: vince la vita. Bocciata legge sull'eutanasia

La Conferenza episcopale lusitana esulta: un trionfo. Il Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa: nell'Unione Europea per combattere la morte riscoprire la fede in Cristo

Federico Piana - Città del Vaticano

La partita che si è giocata ieri in Portogallo è stata di quelle serie e vitali. In campo quattro disegni di legge pro-eutanasia e suicidio assistito schierati dalla sinistra di governo e radicale; difronte il chiaro ‘no’ della formazione composta da politici moderati, società civile pro-life e chiesa cattolica. Il risultato non è stato dei più brillanti. In parlamento le proposte legislative non sono riuscite a passare solo grazie all’astensione di alcuni deputati. Ma è pur sempre una vittoria. Tant’è che la Conferenza Episcopale lusitana, con un comunicato, ha espresso “soddisfazione per l’esito della consultazione, definendola un trionfo della vita e un successo della democrazia”.

La maggioranza del popolo si è schierato contro

Chi conosce bene la genesi del dibattito sulla ‘dolce morte’ e lo ha seguito da vicino fin dall’inizio, è mons. Duarte da Cunha, segretario generale del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa. Portoghese con lo sguardo allargato alle vicende internazionali, da Cunha non nasconde la sua felicità: “Tutta la società civile si è mobilitata nel dibattito che ha preceduto le votazioni parlamentari. La maggioranza delle persone era contraria all’introduzione dell’eutanasia. La cosa che mi ha lasciato a bocca aperta è stata anche la palese opposizione del partito comunista portoghese: dimostrazione che la prerogativa della difesa della vita non appartiene solo ad una parte politica o di fede. Credo che questo sia un modello interessante per tutti i paesi europei”. La sua felicità non è però ancora gioia piena. Sa bene che la sinistra, prima o poi, tornerà alla carica cercando si spuntarla. “E lo farà – chiosa da Cuhna – con un metodo classico: cercando di modificare la sensibilità del popolo. Ma noi saremo qui a dare battaglia”.

Europa senza più Cristo. Ha perso la fede, per questo diffonde norme anti-vita

In Portogallo l’aborto è già legalizzato dal 2007. Molti analisti vedono nella volontà di imporre l’eutanasia o il suicidio assistito la logica conseguenza all’ideologia che considera la vita non un dono da preservare con ogni mezzo ma un bene di cui disporre nella piena libertà umana. Una tappa obbligata. E’ accaduto in tutti i Paesi europei dove si è deciso di permettere ad un bambino di essere soppresso. “Vedrete- ammonisce da Cunha- capiterà anche in Irlanda. Dopo l’aborto si cercherà di far passare l’eutanasia. Cosa sta succedendo in Europa? Semplice: si è scristianizzata. Non crede più che Dio sia creatore e ci ama. Ma fortunatamente non è ovunque così. Ci sono nazioni, come la Polonia o la Slovacchia, dove si sta tentando di mitigare le leggi abortiste. Milioni di cittadini stanno raccogliendo firme per la campagna ‘One of us-Uno di noi’ mirata alla difesa dell’embrione. Insomma, c’è un dibattito vivo sulla cultura della vita e della morte. Per vincere abbiamo bisogno di una alleanza fra tutti i popoli”. Per fare davvero gol e battere le squadre della morte occorre però riscoprire la fede, che “dà fondamento ai valori umani grazie al rapporto con Dio creatore senza del quale sarebbero fragili e distruttibili”. Questo mons. Duarte da Cunha lo sa.

Ascolta l'intervista a mons. Da Cunha

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30 maggio 2018, 13:11