Il presidente Sergio Mattarella e Carlo Cottarelli Il presidente Sergio Mattarella e Carlo Cottarelli 

Italia. Mons. Galantino: serve maggiore coesione

La situazione politica italiana al centro delle interviste con il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, e con mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e presidente della Commissione episcopale per il lavoro e i problemi sociali:

Debora Donnini-Città del Vaticano

Vicinanza al presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stata espressa dal segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, che auspica maggiore coesione in questo frangente politico. Oggi Carlo Cottarelli ha ricevuto l'incarico di formare il governo dal capo dello Stato italiano, che ieri ha bocciato l’ipotesi del professor Paolo Savona all’Economia, ed è tramontata la possibilità di un governo guidato da Conte. Forti reazioni sui Social verso Mattarella si sono registrate mentre sul fronte politico, il leader dei 5 Stelle Di Maio, che aveva parlato di impeachment per il Presidente, chiede ora a tutti di andare a Roma il 2 giugno per una grande manifestazione e il segretario della Lega Salvini auspica che si vada a votare il prima possibile. Da parte sua Savona parla di processo alle intenzioni. Intanto, sostegno al Presidente è stato epresso da diverse parte, fra cui i leader di Cgil, Cisl e Uil. 

Le due ipotesi

Quello di Cottarelli si delinea come un governo snello. Due le alternative: se l’esecutivo incasserà la fiducia, si andrà al voto nel 2019 dopo l’approvazione della Legge di Bilancio, se invece non avrà la fiducia si andrà al voto dopo agosto.  Resta infatti un punto interrogativo sul raggiungimento della fiducia avendo anche Forza Italia detto che non la voterà. Intanto è stata un’altra giornata pesante per la Borsa di Milano che ha chiuso con il Ftse Mib in calo del 2,08% .

Mons. Galantino: ricucire il tessuto

Volontà di ascolto reciproco per il bene comune è quanto auspica, appunto, il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino:

R.- Si deve puntare dove gente di buon senso - e penso lo siano tutti - vuole puntare: al momento in cui ognuno mette in campo tutto quello che è necessario per ricucire il tessuto che sembra un po’ ridotto a brandelli ma che ha bisogno invece di una maggiore coesione per poter far ripartire in maniera bella ed entusiasmante - come c’è bisogno - questo nostro Paese. Mi auguro che ci sia volontà di incontro ed ascolto reciproco nella direzione del bene comune, che tutti quanti auspichiamo.

Lei ha espresso anche vicinanza al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Cosa pensa serva all’Italia in questo momento? Che futuro si delinea?

R. -  Confermo la vicinanza che - penso - qualsiasi persona di buon senso e di buona volontà esprime nei confronti del presidente Mattarella, che dalla Carta Costituzionale è chiamato a creare le condizioni e tenere in piedi tutto quello che è necessario in questo momento perché il nostro Paese possa ricucirsi e possa mostrare la parte più bella di sé perché quando si vivono momenti come questi si ha l’impressione che ci si trovi davanti ad una Nazione senza futuro e invece non è così. Sono convinto che in Italia tutti abbiano voglia di fare le cose per bene. E' chiaro che bisogna trovare modi comuni e ragionevolmente accettabili per dover andare avanti e innovare quello che va innovato.

Mons. Santoro: l'incertezza non aiuta

Un clima di incertezza non giova alla gente, mette in rilievo mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e presidente della Commissione episcopale per il lavoro e i problemi sociali:

R. - Tutto ciò che contribuisce ad aumentare l’incertezza, la precarietà dal punto di vista politico e l’indecisione dove ci sono grandi nodi da risolvere, questo non giova alla gente e continua ad aumentare un clima di non definizione. Perciò mi sembra che giustamente il segretario generale della Cei, mons Galantino, ha affermato che l’intervento di Mattarella si sia svolto dentro le prerogative previste dalla Carta Costituzionale. Mi sembra anche chiaro che il dialogo c’è stato, il tempo richiesto è stato concesso per la formazione del governo Conte e quindi non si può accusare di non aver dato spazio al confronto e al dialogo. Ciò di cui c’è bisogno adesso è di passi ancora più rapidi. 

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28 maggio 2018, 17:02