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Il tutor Purgatori: tra i detenuti ho trovato impegno e coraggio

Giurato prima, tutor poi: il giornalista d’inchiesta Andrea Purgatori non rinuncia a prestare il proprio lavoro per il Premio Goliarda Sapienza, un’esperienza “arricchente che ti mette in contatto con un’umanità che altrimenti non incontreresti mai”

Roberta Barbi – Città del Vaticano

Dai retroscena della strage di Ustica al parodiante fanta-revisionismo di Fascisti su Marte: nella sua lunga carriera Andrea Purgatori ha dimostrato un amore talmente incondizionato per la scrittura da renderlo assolutamente eclettico, anche se: “Mi sono spesso occupato di drammi, di persone che pagano con la vita il loro impegno – precisa – e questo è stato un punto di forza che mi ha fatto conoscere dai detenuti e mi ha permesso di entrare più facilmente in contatto con loro”.

Il carcere come mondo da raccontare  

“Partecipo da anni a quest’iniziativa perché in me ha risvegliato la curiosità che tutti coloro che lavorano o hanno a che fare con la creatività devono avere – racconta – anche se cerchiamo di dimenticarcene, anche se cerchiamo di rimuoverlo, il carcere è una realtà che fa parte anche della nostra esistenza, un luogo in cui vive un mondo di persone che hanno qualcosa da raccontare”.

Raccontare per sentirsi “dentro la vita”

Il giornalista e sceneggiatore, per le diverse edizioni di Goliarda Sapienza ha interpretato sia il ruolo di tutor che quello di giurato, lavorando a stretto contatto sia con gli adulti sia con i più giovani: “Come membro della giuria è esaltante avere la possibilità di leggere tutti i racconti – ricorda – per i detenuti raccontare le esperienze vissute, quelle che li hanno particolarmente segnati, così come i propri sogni, è un modo per sentirsi ancora dentro alla vita che dovranno riprendere una volta fuori”. Nelle loro pagine non ha trovato grandi differenze rispetto all’età anagrafica degli autori, piuttosto differenze legate al mondo interiore e alla capacità personale di esprimersi. Impegno e coraggio, però, sono stati una costante.

Prima i fatti, poi i gesti e le parole   

Ed ecco il principale consiglio che il tutor Purgatori ha dispensato quest’anno ai suoi allievi: “Far precedere i fatti ai gesti e alle parole, nel senso che prima va costruito il cuore della storia, quello che ti prende quando la leggi, e intorno a esso, poi, gira tutto il resto, le descrizioni e i dialoghi”. Molti i detenuti che hanno fatto tesoro dei suoi consigli: per alcuni, infatti, la scrittura e la partecipazione a Goliarda Sapienza non sono state esperienze conclusesi nel giro di pochi mesi, ma hanno fatto nascere passioni e speranze.

 

Ascolta l'intervista ad Andrea Purgatori

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04 aprile 2018, 09:21