Cuba in attesa del nuovo presidente Cuba in attesa del nuovo presidente 

Cuba aspetta il nuovo Presidente Miguel Diaz-Canel

Si sta per chiudere l’era Castro a Cuba. Rimandata di un giorno la probabile investitura di Miguel Diaz-Canel, 57 anni, nato durante la rivoluzione di Fidel. Raul Castro manterrà comunque il ruolo strategico di capo delle Forze Armate Rivoluzionarie e del Partito comunista.

Benedetta Capelli - Città del Vaticano

Aggiornamento 18/04/2018

L'Assemblea Nazionale cubana ha sospeso oggi la sessione inaugurale della sua nona legislatura, posticipando di un giorno l'elezione del presidente del Consiglio di Stato e del Consiglio dei ministri, incarichi per i quali l'unico candidato e' Miguel Diaz-Canel  57 anni che dovrebbe così succedere a Raul Castro, non candidato alla rielezione perché ha superato il limite massimo di dieci anni. Nella sessione, dopo il voto dell’11 marzo, i 605 deputati dell’Assemblea Nazionale dovranno scegliere i 23 membri del Consiglio di Stato e oltre al presidente anche i sei vicepresidenti del massimo organo dirigente dello Stato cubano.

Raul Castro continua la transizione dell’isola

Nonostante l’uscita di scena di Castro che però resta a capo del partito e delle Forze Armate Rivoluzionarie, “non si può dire completamente conclusa l’era di questa famiglia – sottolinea Alfredo Somoza, giornalista e presidente dell’Icei (Istituto cooperazione economica internazionale) – perché Castro fino a quando sarà in vita continuerà a guidare la transizione. Raul ha impresso velocità ispirandosi al modello cinese. Fidel era un pezzo della storia del ‘900, molto rigido rispetto alle aperture di mercato che sono state fatte negli ultimi anni. Raul – precisa Somoza - è riuscito a mantenere una linea simbolica ed ideale con la Rivoluzione aprendo però all’economia di mercato tanto che dal 2012 i cubani hanno iniziato a pagare le tasse”.

Cuba tra la crisi in Venezuela e l’avanzata cinese

“Ci sono alcuni elementi che due anni fa Raul Castro non aveva previsto – afferma il presidente dell’Icei -  la crisi economica e politica del Venezuela, vitale per l’economia cubana perché fornitore di petrolio in cambio di servizi. Poi c’è il cambio della linea degli Stati Uniti con l’elezione del presidente Trump che però, venendo dal mondo dell’impresa, non ha interesse a rompere gli accordi commerciali con l’isola. E poi perché, con gli investimenti cinesi a Cuba, una ipotetica rottura degli Usa significherebbe una crisi diplomatica con Pechino e di conseguenza con la Russia”.

I cambiamenti della società

“La società cubana è particolare, è una società istruita – sottolinea Somoza - ma anche povera dove la gente ha qualche libertà in più come quella di movimento, libertà di investire capitali per i cubani che rientrano. Un Paese che però ha voglia di apertura in particolare sulla libertà di scelta e impresa. I Cubani restano comunque ben fieri del loro modello sociale, hanno come collante il nazionalismo ovvero la difesa di un piccolo paese rispetto al gigante americano”.

 

Ascolta l'intervista ad Alfredo Somoza

 

 

 

 

 

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17 aprile 2018, 13:37