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Il corteo di Foggia contro le mafie Il corteo di Foggia contro le mafie  

Don Ciotti: verità per i familiari delle vittime di mafia

Oltre un milione di persone alle iniziative in tutto il mondo per la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, promossa da Libera. La manifestazione principale a Foggia

Marco Guerra – Città del Vaticano

I nomi di 970 vittime innocenti della mafia scanditi uno ad uno alla presenza dei loro familiari, che da decenni chiedono verità e giustizia, e di don Luigi Ciotti che ha sfilato al loro fianco. È questo uno dei momenti più toccanti dalla marcia che si è tenuta questa mattina a Foggia, la manifestazione principale XXIII Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, promossa da Libera e che quest’anno aveva per tema “Terra, solchi di verità e giustizia”.

Celebrazioni in tutto il mondo, 1 milione di partecipanti

Il lungo corteo per le vie del capoluogo pugliese ha visto la partecipazione di oltre 40mila persone che hanno sfidato il maltempo. Migliaia gli studenti, c’erano tutte le scuole della città, in strada anche i segretari generali dei sindacati rappresentanti delle istituzioni e delle forze dell'ordine, e i membri del clero locale. Contemporaneamente, si sono svolte iniziative in altri quattromila luoghi in Italia, parrocchie, associazioni, scuole, università, carceri e uffici pubblici, per un totale di circa un milione di partecipanti. Celebrazioni anche in numerose località dell’Europa e dell’America Latina.

Don Ciotti ai mafiosi: cambiate vita

Nel discorso tenuto dal palco di Foggia, il fondatore di Libera don Luigi Ciotti si è rivolto direttamente “alle persone che sono dentro le organizzazioni criminali”, dicendo loro: “Non è vita quella che fate, vi aspetta o il carcere o la morte, vi aspetta di dovervi nascondere, perché sarà il bene a vincere sul male. Perché noi unendo le nostre forze diventiamo una forza più forte di voi”. “Vi prego cambiate vita, - ha aggiunto il sacerdote - trovate questo coraggio. Non ci ucciderete mai perché qui siamo vivi e la nostra è una memoria viva, di persone che vogliono il cambiamento”.

Don Ciotti ha quindi ricordato che “il 70% dei familiari delle vittime innocenti non conosce ancora la verità” e ha esortato tutti a contribuire di più. Il sacerdote in prima linea nell’attivismo anti-mafia ha chiesto una presa di coscienza collettiva e ha richiamato alla responsabilità personale. “Il cambiamento – ha sottolineato – ha bisogno di tutti. Noi lo chiediamo alla politica, alle istituzioni, ma dobbiamo chiederlo anche a noi come cittadini: abbiamo bisogno di cittadini responsabili, non di cittadini a intermittenza a seconda delle emozioni e dei momenti”.

Chiesta continuità alla legislazione antimafia

Concetti ribaditi nella nostra intervista, in cui don Ciotti ha detto che “nessuno può agire al posto nostro” e che “il coraggio non richiede atti di eroismo ma generosità e umiltà”.  Il fondatore di Libera ha inoltre invitato le istituzioni a dare continuità al lavoro fatto sul fronte dell'anti-mafia e a tal proposito ha citato i recenti provvedimenti legislativi sui reati ambientali, sui testimoni di giustizia e sul caporalato.  Infine don Ciotti ha ammonito di non abbassare la guardia anche se, in molte zone, la mafia ha sostituito la violenza con una corruzione ancora più diffusa.

Ascolta e scarica l'intervista a don Luigi Ciotti

 

 

 

 

 

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21 marzo 2018, 19:21