La scorsa edizione del Premio al carcere romano di Regina Coeli La scorsa edizione del Premio al carcere romano di Regina Coeli  

Elio Pecora: la scrittura è una libertà che va oltre le sbarre del carcere

Elio Pecora presiede la giuria del premio Goliada Sapienza, che verrà assegnato il prossimo 10 maggio al Salone del Libro di Torino

Marina Tomarro - Città del Vaticano 

Racconti che nascono da esperienze realmente vissute e che vogliono narrarne la drammaticità ma anche la grande voglia di rinascita e di credere ancora che la vita può offrire una seconda possibilità. Questa è la motivazione, secondo il poeta Elio Pecora - presidente della giuria del Premio Goliada Sapienza - del primo concorso letterario dedicato ai detenuti e che ha portato molti di loro a mettersi in gioco attraverso la scrittura.  

Nei racconti, dolore ma anche speranza 
 

“Questi racconti – spiega il presidente Pecora - ci parlano di vite molto travagliate, passate attraverso vicende dolorose, dove non sempre c’è stata una possibile libertà di scelta. E questa libertà, invece, si è rivelata loro attraverso la scrittura”. Anche la premiazione che si svolgerà il prossimo 10 maggio al Salone del Libro di Torino, assume un grande significato per i detenuti: “Per loro - continua il poeta - vuol dire far arrivare pensieri e parole oltre le sbarre, per raccontare cosa può portare un uomo a vivere determinate vicende e a fare certe scelte sbagliate”. 

La forza della narrazione
 

La narrazione, dunque, diventa simbolo di una libertà al momento perduta. “La scrittura - conclude Pecora - va oltre tutti i cancelli e i confini. È un 'altrove' il segno di quella libertà interiore che nessun carcere può impedire”. 

Ascolta l'intervista al poeta Elio Pecora

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10 marzo 2018, 15:40