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Safer Internet Day. Telefono Azzurro: educazione e leggi per proteggere i minori

“Creare, connettere, condividere rispetto: un rete migliore inizia da te”. Il tema della XV edizione del Safer Internet Day, Giornata per la sicurezza in rete, promossa dall’Unione Europea, celebrata in oltre 100 Paesi. Oggi e domani, in Italia, incontri ed eventi. Intervista con Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro

Roberta Gisotti – Città del Vaticano

Bambini e ragazzi, sono loro i più indifesi sulla Rete, e gli adulti non sembrano curarsene molto. E’ la denuncia di Ernesto Caffo, neuro-pischiatra infantile, fondatore e presidente di Telefono Azzurro, l’organizzazione non governativa, da 30 anni dalla parte dei bambini, in difesa dell’infanzia da abusi e soprusi.

Adulti facciano un passo avanti per tutelare minori

Tutti infatti conoscono, per esperienza personale o per sentito dire, le opportunità – sotto diversi aspetti – di Internet, ma pochi realizzano i i pericoli di una navigazione sempre più sommersa, rispetto agli ordinari controlli su abitudini e relazioni dei più giovani, in balia di schermi sempre più invasivi in ogni ambito della loro vita. Paradossalmente i ragazzi sono più avvertiti, sottolinea Caffo:

“Credo che, oggi, i ragazzi abbiano una maggiore consapevolezza anche dei rischi reali, mentre gli adulti non si rendono conto che devono fare un passo avanti sia sul piano educativo sia su quello proprio delle misure, anche tecnologiche, da attivare per evitare che i più giovani accedano a materiali pornografici e a social che sono molte volte fortemente ‘tossici’. Occorre che gli adulti si mettano anche maggiormente a conoscere la Rete per aiutare i ragazzi a conoscerla a loro volta. D’altra parte, loro stessi devono essere un modello per i ragazzi, evitando di passare tante ore davanti ai giochi o ai propri smartphone, come se questo fosse un fatto marginale nella vita quotidiana, anche familiare. Credo che dobbiamo ridare il senso educativo anche al mondo digitale delle famiglie: questo è un impegno che, dal Safer Internet Day di quest’anno, penso debba uscire con grande forza”.

Patto di corresponsabilità per superare logiche commerciali

La rete è un terreno fertile per adescamenti on line, ricatti sessuali, produzione e fruizione di contenuti pornografici, violenti, inadeguati, lesivi, violazioni della privacy, atti di cyberbullismo. Non si può continuare ad ignorare che il mondo digitale richiede logiche ed accordi di ampio respiro tra i vari protagonisti della tutela dell’infanzia. Per questo Telefono Azzurro in questa Giornata reclama di siglare un “patto di corresponsabilità” tra professionisti, aziende tecnologiche, scuole e università, società civile, forze dell’Ordine, autorità di Vigilanza, fino ai legislatori “affinché le logiche – spesso commerciali – non oscurino l’obiettivo primario: la tutela dei bambini e dei ragazzi, in quello che è diventato per loro un ambiente quotidiano”. Dalle dichiarazioni d’intenti, occorre passare ad azioni concrete, sollecita Caffo:

“Da una parte, occorre che ci sia una legge in Italia come in Gran Bretagna sulla verifica dell’età dei bambini, che entrano in rete; soprattutto per fare in modo che i bambini non entrino nei siti pornografici, che costituiscono un grande pericolo. Dall’altra parte, occorre che ci sia un maggiore investimento sui sistemi di aiuto ai bambini, che sono vittime di cyberbullismo e di situazioni improprie nella Rete: quindi con centri di ascolto e di aiuto alle vittime, che siano adeguati. E l’altra cosa importante è fare molta prevenzione ed educazione in materia. E, questo è sicuramente un impegno di tutti: non soltanto nella scuola, che è pure un ‘contenitore’ molto importante, ma anche in tutti quegli spazi che i ragazzi frequentano, perché è proprio grazie a questa attenzione degli adulti al mondo dei bambini che potremo permettere loro di crescere in modo più corretto, in questo mondo complesso come è quello digitale”.

Dossier su infanzia e adolescenza on line

In questa Giornata, Telefono Azzurro presenta un dossier sui consumi e abitudini a rischio per l’infanzia e l’adolescenza in rete. La ricerca si basa su un 1200 interviste, condotte su un campione di ragazzi (8-18 anni).

Sessualità on line

Mondo on line e mondo reale si intersecano nella sfera emotiva e sentimentale. I ragazzi assorbono in rete una sessualità irrealistica, priva di rischi, denigrante e pregna di stereotipi, dove la visione di contenuti espliciti va ad influire sulle relazioni intime e sulla stima e rispetto nei confronti del partner. Il 15% degli adolescenti (12-18 anni) conosce almeno un coetaneo che è iscritto ad un app o a un sito di incontri. Stessa percentuale conosce qualcuno che ha iniziato una relazione in rete e che ha poi avuto un seguito. Metà degli adolescenti conosce qualche coetaneo che fruisce di pornografia, in massima parte (55%) spinto dalla curiosità.

Violenza on line

La violenza on line ha varie forme: messaggi di minaccia o illeciti, specie su social network, chat, giochi on line; condivisione di immagini e video imbarazzanti; esclusione da attività o gruppi; creazione di siti d’incitamento all’odio o all’autolesionismo; voti e sondaggi illeciti; apertura di account falsi; appropriazione o furto di identità. Tre bambini (8-11 anni) su 10  dichiarano tra i rischi più probabili, quello di leggere frasi volgari e violente e di subire atti di cyberbullismo; un bambino su sette, quello di leggere contenuti offensivi e di incitamento all’odio.

Gioco on line

I video giochi sono i protagonisti degli acquisti on line dei ragazzi (12-18 anni): il 32% dichiara di averli comprati in rete. Un ragazzo (8-11 anni) su due utilizza  le app del proprio smartphone – principalmente - per giocare on line. Tale abitudine porta il gioco fuori controllo, dai confini di tempo e spazio dedicati. IL 25% dichiara infatti di non rendersi contro del tempo trascorso on line.

Fake news, notizie false on line

E’ un pensiero condiviso che non sia sufficiente spiegare ai ragazzi in cosa consiste il fenomeno ma che si debbano fornire loro strumenti e competenze per reagire e tutelarsi. Un ragazzo (8-18 anni) su 5 considera un rischio probabile imbattersi in fake news, ma solo 10% di loro ne ha parlato a scuola. I programmi di educazione – raccomanda Telefono Azzurro - dovrebbero invece essere centrati sulla promozione del pensiero critico, per consentire a bambini e adolescenti di riconoscere quelle che sono notizie false, con tecniche che li supportino nella costruzione di una propria visione del mondo, che sia basata sulla qualità dell’informazione.

Ascolta e scarica l'intervista ad Ernesto Caffo

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05 febbraio 2018, 14:24