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Tra i cristiani dell'Iraq a Natale Tra i cristiani dell'Iraq a Natale 

Cristiani perseguitati. Sacerdote iracheno: oggi ci è negato il diritto a vivere

Arriva dalla Piana di Ninive in Iraq la richiesta di aiuto e la testimonianza di un sacerdote sulle difficoltà che devono affrontare oggi i cristiani, a partire dall'assenza di lavoro, che vogliono tornare alle loro case e alle loro scuole

Fabio Colagrande e Gabriella Ceraso- Città del Vaticano

La giornata di sensibilizzazione sulla persecuzione dei cristiani, voluta per il 24 febbraio dall'organizzazione Aiuto alla Chiesa che Soffre ( Acs), ha rivolto il suo pensiero soprattutto alle popolazioni del Medio Oriente.

La situazione dei cristiani in Iraq

Il pensiero va innanzitutto all'Iraq e alla Piana di Ninive, culla del cristianesimo da secoli: molti stanno tornando alle loro case, racconta padre Benham Benoka, sacerdote siro-cattolico della diocesi di Mossul, ma la sicurezza è assolutamente assente e non si riesce a ristabilire un sitema di " vita normale". Il sacerdiote evidenzia la mancanza di servizi, di scuole, strade, acqua, ma la piaga più dolorosa, rivela, è la " disoccupazione". " a gente non sa dunque come andare avanti, è questa la sfida più grande per noi!".Per questo moivo, nonostante tutto, molte famiglie partono o lasciano proprio l'Iraq.

L' aiuto di Acs per tutti anche non cristiani

Il progetto e la campagna di sensibilizzazione di Acs con l'accensione dei monumenti più simbolici nel mondo, ha portato, dice padre Benham, "a ricordare i primi secoli e i primi martiri, come il nostro Patriarca Sant'Ignazio ucciso dai leoni al Colosseo, proprio come succede oggi ai cristiani che sono ancora perseguitati anche se su diversi livelli: la disoccupazione, la mancanza del diritto alla vita". Molti infatti non "vogliono vederci vivi" come cristiani qui: "non si dice, ma è la realtà a partire da molte fazioni politiche".

Chiediamo la benedizione del Papa e l'aiuto del mondo

Il sacerdote chiede la benedizione del Papa e il sostegno dei cristiani di tutto il mondo perchè siano difesi i diritti dei cristiani iracheni di esistere come tali, ma anche come cittadini. Non vogliamo "tornare indietro nella storia", in quelle che sono "le  libertà fondamentali".  "Serve la buona volontà", dice, "del mondo intero, per sconfiggere il radicalismo isalmico che è contrario ad ogni principio di umanità".

Ascolta l'intervista di Fabio Colagrande a p. Benham Benoka

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25 febbraio 2018, 09:52