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Istituto Auxologico: la dignità del malato prima di tutto

Compie sessanta anni l’Istituto Auxologico Italiano fondato nel 1958 da monsignor Giuseppe Bicchierai. Oltre un milione di pazienti ogni anno

Marina Tomarro -Città del Vaticano

Cercare un aiuto concreto per quei bambini che soffrivano di nanismi ipofisari e trovare una cura che li aiutasse a crescere. Con questo obiettivo nel 1958 monsignor Giuseppe Bicchierai volle creare nell'allora provincia di Novara, il "Centro Auxologico di Piancavallo", la prima struttura in Italia dedicata alle anomalie dell’ormone della crescita. Da allora l’Istituto Auxologico Italiano, nel corso dei suoi sessanta anni, di cui celebra l’anniversario proprio in questi giorni, è stato riconosciuto come uno dei maggiori istituti di ricovero e cura di carattere scientifico in Italia, con una sede centrale a Milano, e altre realtà ospedaliere tra la Lombardia e il Piemonte, dove ogni giorno si incontrano la cura del paziente con l’attività di ricerca.   

Il paziente prima di tutto una persona

“Oggi – spiega Mario Colombo direttore generale dell’Istituto – la vera sfida è quella di avere un approccio corretto con il malato, che prima di tutto è una persona, e proprio questo è il tema centrale intorno cui ruota il nostro sessantesimo anniversario, e di cui ne parleremo in un convegno specifico a giugno prossimo, proprio per capire, se davvero oggi curiamo i malati come cureremmo noi stessi”. E oggi l’approccio tra medico è paziente è molto diverso dal passato “Chi viene da noi – continua Colombo – spesso ha già una sua opinione sulla malattia, noi dobbiamo imparare ad ascoltare, non possiamo ignorare, e confrontarci con loro sulle possibili cure da percorrere”.

Un raro caso di tumore

E tra le decine di migliaia di pazienti che ogni giorno si recano al Centro Auxologico, a volte capitano anche situazioni speciali, come nel caso di un giovanissimo rifugiato politico di origine nigeriana, giunto nell’ospedale inizialmente per un diabete molto grave. “Quando è arrivato da noi – spiega Luca Persani Direttore dell’Unità operativa di Endocrinologia dell’Auxologico ospedale San Luca – era spaventato e lo accompagnavano alcuni assistenti sociali. Abbiamo fatto subito degli esami specifici da cui subito è emersa una massa sul rene sinistro, in pratica un tumore molto raro soprattutto per l’età del ragazzo “

Nuovi orizzonti per la ricerca

E il giovane è stato preparato per l’intervento eseguito attraverso una innovativa tecnica 3D con il laser praticando solo tre piccoli buchi. “La difficoltà di comunicazione con questo ragazzo – racconta Andrea Cestari direttore del Centro avanzato di urotecnologie dell’Auxologico – non ha facilitato la situazione, soprattutto per la fase preparatoria dell’intervento. Sentirsi sempre più debole a causa dei farmaci, lo faceva stare male non solo fisicamente, ma era per il suo bene. Infatti pochi giorni dopo l’intervento è potuto tornare a casa e riprendere la sua vita senza più il problema della malattia.”

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Lo staff dell'Istituto Auxologico Italiano
14 febbraio 2018, 16:14