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Manifestazioni e tensioni in Camerun Manifestazioni e tensioni in Camerun 

Camerun: tensioni tra anglofoni ed esercito. Un sacerdote: pregare per unità

Da settimane si protraggono gli scontri nelle regioni anglofone del nord ovest e del sud ovest del Paese africano

Giada Aquilino - Città del Vaticano

Cresce la preoccupazione internazionale per il Camerun: nelle regioni anglofone del nord ovest e del sud ovest del Paese africano infatti nelle ultime settimane è cresciuta la tensione tra forze regolari e gruppi separatisti, in rotta con le zone francofone. Tali fazioni avrebbero proceduto pure alla proclamazione dell'indipendenza della Repubblica di Ambazonia. Le violenze hanno già causato la morte di una dozzina di agenti di polizia. Sanguinosi scontri si sono registrati in particolare nella città sud occidentale di Mamfe.

Esortazione alla pace da parte dei leader religiosi
Un appello congiunto alla pace e al dialogo è stato lanciato dai leader religiosi cattolici, protestanti e musulmani del Paese che si sono riuniti la scorsa settimana nella cattedrale della capitale, Yaoundé. A tale auspicio, si aggiunge anche la preghiera della gente “per l’unità”, spiega padre Carlo Scapin, sacerdote italiano in Camerun dal 1974.

Tensioni tra le zone anglofone e francofone
Il Paese africano, ricorda padre Scapin, “fu colonizzato dai tedeschi nella parte sud, mentre la parte nord ovest fu colonizzata dagli inglesi. Quando i tedeschi persero le colonie, subentrarono i francesi. Questa differenza tra le due zone è sempre rimasta un po’ nascosta”. Il presidente Paul Biya, capo di Stato dai primi anni Ottanta, “è un francofono”, aggiunge padre Scapin: “quelli del nord ovest - prosegue - accusano le autorità di aver favorito la ‘francofonia’ a scapito dell’‘anglofonia’. Dicono che nei tribunali e negli uffici si parla solo francese”. In quelle aree si chiede dunque maggiore “spazio alle tradizioni, agli usi e ai costumi” anglofoni. In questo quadro, a fine 2018 sono previste le elezioni presidenziali. C’è anche un “crescente invito” al presidente a “pensare alla successione”, nonostante da tempo membri del partito presidenziale chiedano a Biya di ricandidarsi.

Onu: migliaia di persone in fuga
L'Onu intanto stima che almeno 7.500 camerunensi siano già fuggiti dagli scontri nelle zone anglofone, trovando riparo nella confinante Nigeria. Su tale situazione “si innesta” un altro problema, evidenzia il sacerdote: quello degli estremisti nigeriani di Boko Haram, setta “feroce” che “ammazza, distrugge, brucia i villaggi, si impossessa delle mandrie”.

Ascolta e scarica l'intervista a p. Scapin

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21 dicembre 2017, 12:20