Giubileo, da Vittorio Veneto a Roma per vivere un momento di “grazia”
Lorena Leonardi – Città del Vaticano
“Ho sentito che il mondo può veramente cambiare se tutti inseriamo nella nostra vita una piccola grande parola: amore. Amore per Dio e verso il prossimo”. Riassume così la propria esperienza giubilare Enrica Ghirardo, una dei fedeli della comunità di Vittorio Veneto giunti a Roma in pellegrinaggio per l’Anno Santo.
Un lungo entusiasmante viaggio
Intatto, nonostante le molte ore di pullman, l’entusiasmo diffuso tra le oltre duecento persone provenienti dalla diocesi di cui fu vescovo per undici anni Albino Luciani, prima di diventare patriarca di Venezia e poi Papa Giovanni Paolo I, oggi venerato dalla Chiesa come beato. Nei primi giorni di marzo essi hanno visitato la basilica di San Paolo fuori le mura e attraversato la Porta Santa in San Pietro. Non ha scoraggiato i partecipanti nemmeno la pioggia, fermatasi provvidenzialmente solo quando tutto il gruppo si è incamminato, in silenzio, dietro la croce del Giubileo verso la basilica Vaticana.
La storia di Agnese
“Il cammino per via della Conciliazione con la grande croce è stata un’occasione per rievocare la Via Crucis di Gesù meditando sulle nostre sofferenze e aspettative”, prosegue Enrica, sottolineando come l’abbiano colpita durante il pellegrinaggio “le confidenze della più piccola tra noi, la quattordicenne Agnese: partita per volere della mamma, si chiedeva cosa avrebbe fatto in quel tragitto; a volte non pregava con il gruppo perché non le interessava, ma poi, quando ha attraversato la Porta Santa, tutto è cambiato, si è sentita il cuore pieno e ha augurato a tutti di provare ciò che ha provato lei, auspicando per tutto il mondo tanto amore”.
Il Papa, comunque presente
Hanno vissuto l’esperienza giubilare come un “momento di grazia” Francesca Tolin e il marito Giorgio, adoratori nella cappella di Casa Toniolo a Conegliano. Non ha dubbi Francesca nell’indicare quale sia stato per lei il momento più bello del soggiorno romano: “Nell’attraversare la Porta Santa avevo il cuore a mille, ho provato una sensazione di letizia tale da piangere in silenzio lacrime di gioia. E varcando la soglia ho ricordato tutte le persone che mi avevano chiesto di pregare per loro”. Unica nota malinconica, la mancata partecipazione all’udienza di Papa Francesco, annullata a causa del ricovero del Pontefice al Policlinico “Gemelli”. Anche se, aggiunge Francesca, “si percepiva la sua presenza spirituale nei volti delle tante persone che chiedevano intercessioni per lui. Viene da dire che, anche se non c’era, il Papa era comunque presente, forse in maniera ancora più forte”.
Il "Giubileo nel Giubileo"
Ha sentito una sorta di “chiamata” alla partecipazione Emanuela Zambon, insegnante originaria di San Fior, che ha celebrato “un Giubileo nel Giubileo, ovvero 25 anni dopo il grande appuntamento del 2000 cui avevo preso parte come giovane animatrice dei gruppi parrocchiali. Ho dei ricordi bellissimi dell’evento a Tor Vergata, con i giovani di allora e san Giovanni Paolo II: fu un’esperienza indimenticabile. “Ora — riflette — la mia vita è molto diversa, anche il mondo, la chiesa e la società sono molto cambiate. Ma esperienze come queste continuano a fare bene”. A colpire Emanuela è stato anche il “respiro universale” della Chiesa, “gente che proveniva da tutto il mondo, da percorsi e da storie diverse, tutti con il medesimo desiderio di ricerca spirituale. Quando si vivono momenti di sconforto o situazioni di fatica, momenti come questo sono un’iniezione di fiducia e di coraggio, perché si sperimenta che non si è soli, ma che tanti altri camminano con noi”.
Un momento di festa diocesana
Il pellegrinaggio è stato “un’esperienza intensa di fede, vissuta singolarmente e come popolo di Dio” anche per monsignor Martino Zagonel, amministratore della diocesi. “Abbiamo vissuto momenti di autentico incontro con Dio, che ha rinnovato il suo perdono donando nuovamente fiducia e speranza ai suoi figli. Molto emozionante, vera festa di popolo, è stato poi il primo incontro della diocesi con il vescovo eletto Riccardo Battocchio ai piedi dell’obelisco in piazza San Pietro”, prosegue l’amministratore diocesano che guida momentaneamente la Chiesa locale dopo il vescovo Corrado Pizziolo, 76 anni, attualmente in Brasile per un’esperienza missionaria.
Oltre ogni aspettativa
Gli fa eco don Andrea Dal Cin, già delegato per la pastorale e punto di riferimento del pellegrinaggio: “Sono rimasto stupito dalla gioia e dalla soddisfazione che traspariva dai pellegrini. Emozioni intense e pensieri positivi sono stati condivisi anche da quanti erano partiti senza particolari obiettivi giubilari, a riprova del fatto che la grazia supera sempre ogni aspettativa e la meraviglia nata dalla fede vince indugi e resistenze”. “Il tragitto ha permesso a tutti di consegnare a Colui che è la Porta, Cristo Gesù, tutte le piccole e grandi speranze che ciascuno portava nel cuore, con grande emozione ed intensità”, riflette infine il responsabile dell’Ufficio per le comunicazioni sociali, don Alessio Magoga, aggiungendo che per lui “il momento più toccante è stato la recita del Credo, tutti insieme, davanti alla tomba di Pietro”.
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