Asti ricorda la visita del Papa con l’ambulatorio "Fratelli tutti" per i più poveri
Eugenio Bonanata - Città del Vaticano
È passato un anno dalla visita del Papa ad Asti, compiuta il 19 e il 20 novembre 2022. “La comunità la ricorda con grande gioia e gratitudine”, afferma il vescovo monsignor Marco Prastaro soffermandosi su uno dei frutti concreti dell’abbraccio con Francesco: l’ambulatorio Fratelli Tutti che fornirà supporto sanitario ai più bisognosi. La struttura è stata inaugurata oggi proprio nel giorno dell’anniversario della visita, durante una cerimonia che ha visto la partecipazione del presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi, al fianco dei rappresentati delle realtà istituzionali, sociali ed ecclesiali locali nonché di alcuni beneficiari. “L’ambulatorio è destinato ai meno abbienti e in particolare a quanti faticano ad accedere al servizio pubblico”, sottolinea il presule.
L’idea non è certamente quella di sostituirsi al servizio nazionale, semmai di affiancarsi ad esso e di fronteggiare le situazioni di necessità. Il pensiero del presule si rivolge in prima battuta a coloro che non riescono addirittura ad acquistare un farmaco molto semplice come il paracetamolo. Ma non può mancare anche una riflessione sul significato dell’iniziativa che rappresenta la risposta della Chiesa locale, attraverso la pastorale della salute e la Caritas, a un fenomeno tristemente in ascesa come la povertà. Inutile, indugiare più di tanto su quest’ultimo argomento definito in tutta la sua drammaticità dai report Caritas. Vale invece la pena sottolineare la coralità e il senso di unità messo in campo delle istituzioni attraverso il centro caritativo. “Abbiamo voluto chiamarlo Fratelli Tutti - spiega il vescovo di Asti - perché abbiamo chiesto collaborazione di tutti gli ordini professionali: medici, infermieri, dentisti, farmacisti che prestano in modo volontario il loro servizio in questo senso di fratellanza e di assistenza a chi è nel bisogno”.
Una conferma che la città piemontese pratica la solidarietà e l’accoglienza, sebbene non lo metta in mostra. Monsignor. Prastaro cita lo stile piemontese all’insegna del silenzio e della discrezione, che ricorda quello del Vangelo. “C’è stata molta disponibilità e anche grande generosità da parte di gruppi, associazioni e privati che si sono fatti avanti appena hanno sentito che stavamo realizzando questa iniziativa. È una realtà - ribadisce - che nasce dalla Chiesa, ma che vuole affratellare tutti attorno al comune obiettivo di prendersi cura di chi fa più fatica”.
Anche il Papa ha incoraggiato il varo dell’ambulatorio. “Glielo abbiamo accennato quando a maggio scorso siamo venuti in Vaticano a rendergli la visita”, racconta monsignor Prastaro. “E nel suo discorso durante l’udienza ci è sembrato molto contento”. Ora il progetto diventa realtà e sono tanti gli auspici per il futuro in linea con le ‘braccia aperte’ evocate da Francesco - parlando spesso in dialetto - durante l’omelia nella cattedrale di Asti il 20 novembre dell’anno scorso. “Mi auguro - conclude il presule - che il centro possa essere un grande segno dell’attenzione della nostra Chiesa nei confronti dei bisognosi e che possa diventare la casa di tutti rendendoci davvero fratelli tutti”.
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