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Catania, il Festival della Comunicazione 2023 Catania, il Festival della Comunicazione 2023 

L'arcivescovo di Catania: impariamo a disarmare parole e sentimenti

Monsignor Luigi Renna ha inaugurato oggi, 14 maggio, la diciottesima edizione del Festival della Comunicazione, organizzata da Paoline e Paolini per la Giornata della Comunicazioni Sociali. "Dalle parole del Papa l'impulso a parlare con carità dei problemi del territorio"

Michele Raviart - Catania

"Parlare con il cuore e farlo con mitezza" è stato il tema scelto da Francesco per il messaggio della Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali 2023, il prossimo 21 maggio, e sarà proprio questa indicazione del Papa il filo conduttore della 18.ma edizione del Festival della Comunicazione,  promosso e organizzato da Paoline e Paolini, che si è aperto oggi, domenica 14 maggio, a Catania, con il saluto dell’arcivescovo della città Luigi Renna al via della corsa di solidarietà “Corri Catania”. Una settimana di eventi, che coinvolgeranno  le realtà sociali, ecclesiali e civili di Catania.

Ascolta l'intervista a monsignor Luigi Renna

Monsignor Renna, come si è preparata Catania al Festival della Comunicazione?

Il Festival ha trovato un terreno molto fertile, una grande vivacità di tante componenti della realtà ecclesiale, ma anche sociale della città. Possiamo dire che il Festival è pervasivo. È stata coinvolta l'università, sono state coinvolte le parrocchie, è stato coinvolto persino il mondo del teatro, e penso alla peculiarità dei pupi siciliani. La comunicazione attraversa tutta la vita di una comunità e quindi è giusto che tutti si mettano in gioco. Ci saranno presentazioni di libri, spettacoli, confronti, tavole rotonde, tutte incentrate sul messaggio del Papa che, in modo particolare quest'anno, ci fa molto bene ed è “Parlare col cuore e farlo con mitezza”.

 

Lei, nel messaggio di introduzione al Festival, ha detto che Catania e l'Italia tutta vogliono imparare a parlare con il cuore. Cosa significa questo per la realtà specifica della città?

Catania sta vivendo un momento difficile dal punto di vista socio-politico e attende grandi cambiamenti con le prossime elezioni che porteranno alla scelta del primo cittadino. In questo momento sappiamo che le tensioni possono crescere e si dimentica di essere comunità. Imparare a parlare col cuore significa imparare a riconoscere il bene che c’è in se stessi, a riconoscere l'altro come fratello e come dice Papa Francesco a disarmarsi. Non possiamo parlare di pace e instaurare delle buone relazioni se, soprattutto, non disarmiamo i nostri sentimenti e il nostro linguaggio. I nostri sentimenti soprattutto, per questo la frase di San Francesco di Sales, che il Papa cita nel suo messaggio, “basta amare bene per dire bene” ci insegna, a cominciare da noi stessi e dai sentimenti che proviamo verso gli altri.

L'arcivescovo di Catania, monsignor Luigi Renna
L'arcivescovo di Catania, monsignor Luigi Renna

Uno degli eventi di preparazione al Festival fa proprio il punto sulla situazione di Catania, mettendo in relazione alcuni aspetti, cioè la dispersione scolastica, la lotta alla criminalità, ma anche l’ecosostenibilità…

Sono le problematiche più scottanti della città. Parlare col cuore è raccontarle nella verità. La criminalità, che purtroppo ha messo le radici, oggi assume tanti volti. La corruzione, che si accompagna alla criminalità. La dispersione scolastica, per la quale la città ha un triste primato e l'ecosostenibilità che, è sotto gli occhi di tutti, non riesce a trovare dei comportamenti responsabili, sia nella città, sia nel territorio che va verso l’Etna. Sono grossi problemi che forse, davanti ad un evento come questo, si avrebbe la tentazione di nascondere. Invece no, dobbiamo parlarne. Dobbiamo parlarne con carità, e naturalmente mettere in evidenza quello che si sta già facendo, perché a fronte di questi problemi ci sono già un popolo, una società civile, lo Stato stesso e la comunità ecclesiale, che stanno cercando di trovare delle soluzioni, che naturalmente non portano a dei risultati immediati però, come ci ricorda Papa Francesco, è importante avviare dei processi e farlo anche con chiarezza e dedizione.

 

Gli eventi cominceranno oggi e finiranno domenica 21 che è proprio la Giornata delle Comunicazioni Sociali con la Santa Messa da lei celebrata. Quali saranno gli eventi più importanti o che preferisce segnalare di questa settimana che si apre?

Nela settimana che abbiamo oggi c’è la presentazione del messaggio del Papa, poi avremo una riflessione che va sulla cultura tipicamente siciliana, sulla splendida letteratura siciliana, con una giornata sul “Verga cristiano, dal privato al vero”. Poi anche un discorso sulla famiglia, con “La Parola in famiglia” e “Che fine hai fatto Papà?”, una bussola per i padri smarriti. Come anche la presentazione di un libro di Salvo Noè, uno psicoterapeuta, sulla paura che può diventare dono nella misura in cui diventa un'opportunità nella quale la persona si mette in gioco. Poi l'etica della comunicazione per promuovere la salute e il benessere. Tra tutti questi eventi c’è anche la premiazione di un concorso che la diocesi ha voluto indire all’inizio dell'anno per sensibilizzare sulla dispersione scolastica. Ho scritto una lettera, a inizio anno, immaginando un dialogo fra Rosso Malpelo, il personaggio di Verdi, e don Milani e sarà molto importante vedere i lavori dei ragazzi su questo tema. Infine, sabato 20, non poteva mancare una tavola rotonda sulla comunicazione in tempo di guerra. Proprio perché c'è un giornalismo che racconta semplicemente i fatti, c'è un giornalismo che forse dobbiamo riscoprire, di matrice cattolica, che cerca di entrare nella situazione delle vittime e, come dice Papa Francesco nella Fratelli tutti, di dar voce a coloro che stanno soffrendo. È il punto di vista di un giornalismo che ascolteremo sabato 20 nel Salone dei vescovi, con l’intervento di Nello Scavo, Giuseppe La Venia, Dorella Cianci e con la moderazione di Marco Carrara.

Il messaggio di Francesco “Parlare con il cuore e farlo con mitezza” è rivolto ai media, ma non solo. Che significato universale possiamo dare alle parole del Papa per la Giornata delle Comunicazioni Sociali?

Il significato è quello di far abbassare i toni divisivi che, per quanto ci riguarda, stiamo subendo troppo, soprattutto in Italia e che, forse,  stanno diventando anche protagonisti in ambito politico e sociale. Oggi, la parola dialogo sembra essersi eclissata. Poi dall'altra parte, sollecita a non dimenticare che ogni opera che voglia costruire la pace nasce anche dal modo in cui si comunica e da come si comunicano le proprie verità. Ecco, io credo che sia un messaggio che va al cuore della comunicazione, che è appunto la modalità con cui noi guardiamo l'altro.

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14 maggio 2023, 10:00