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Il gioco d'azzardo in Italia ha incassato nel 2021 140 miliardi di euro Il gioco d'azzardo in Italia ha incassato nel 2021 140 miliardi di euro 

Gioco d'azzardo: i vescovi del Lazio chiedono ai sindaci maggiore responsabiltà

In un convegno organizzato dal Vicariato di Roma, la Conferenza episcopale del Lazio si rivolge agli amministratori per regolamentare meglio le sale slot e per cercare di limitare una dipendenza che può portare seri problemi economici e relazionali. Un fenomeno che, solo nel 2021, ha incassato 140 miliardi di euro. Il sociologo Maurizio Fiasco: è un problema sotto gli occhi di tutti, ma si continua ad ignorarlo

Michele Raviart - Città del Vaticano

Un appello rivolto ai sindaci per regolamentare e arginare gli abusi legati al gioco d’azzardo è stato lanciato dai vescovi delle diocesi del Lazio nell’ambito del convegno “L’azzardo non è un gioco e sollecita le responsabilità”, che si è svolto oggi al Palazzo lateranense. Un incontro con esperti del settore aperto dal cardinale vicario Angelo De Donatis e dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Tra i relatori il sociologo Maurizio Fiasco, intervenuto questa mattina a “Radio Vaticana con Voi”, dove ha parlato dei rischi di questo giro d’affari che, tra sale slot e gioco online, nel 2021 è stato quantificato in 140 miliardi di euro.

Ascolta l'intervista integrale a Maurizio Fiasco

Qual è il profilo della persona dipendente dal gioco d’azzardo?

Giocano soprattutto gli strati sociali inferiori, cioè chi ha meno reddito. Per capirsi, lo Stato ricava dal gioco d'azzardo un terzo di quello che dà alle classi sociali più basse, come il reddito di cittadinanza o altri sussidi in varie forme. In questo calcolo ci riferiamo sia a quello che si vede nelle strade - sono 230 mila i punti di distribuzione in tutto il Paese - ma anche a quello che alberga solo tra le mura domestiche o nei terminali mobile, come gli smartphone. L’online infatti nel 2021 ha sopravanzato come volume lo stesso gioco che si pratica nei bar, nelle sale da scommesse e nelle sale slot. Il rapporto prima era 2 a 1 per il gioco sul territorio, adesso è 2 a 1 per il gioco online. Nel 2022 è avvenuto un effetto cumulativo, cioè si è recuperato tutto quello che le restrizioni sanitarie avevano reso difficile da praticare perché le sale erano chiuse che si è andato ad aggiungere a questa esplosione sul piano digitale.

L’alfabetizzazione digitale che hanno conosciuto gli italiani a tappe forzate nel biennio della pandemia ha contribuito ad abbassare la soglia di accesso a pensionati, anziani, casalinghe, giovani, lavoratori disoccupati e inoccupati. Arriviamo così a questo bilancio, a questi 140 miliardi a cui corrispondono 120 milioni di giornate lavorative, pari al 70% dei giorni che le famiglie trascorrono in vacanza. C'è un effetto, un impatto molto forte sul capitale sociale familiare ed è un'evidenza talmente schiacciante che non la si coglie, non la si vede, soprattutto da parte delle classi “colte”.

C’è poi anche tutto l'aspetto appunto dell'illegalità, dell'indebitamento dello sfruttamento…

Certamente. Faccio un esempio che è poco conosciuto. Lo scorso anno si sono giocati come forma di scommesse tra privati - l'opinione pubblica deve sapere che esiste anche, autorizzata, la modalità di scommettere tra privati con l'intermediazione di una piattaforma – 2 miliardi e 400 milioni di euro. Di questi 800 milioni sono stati giocati dall'estero. Lo Stato ci ha preso lo 0,97 x 1000, ma è un classico e plateale esempio di riciclaggio e poi c'è tutto. Poi ci sono le piattaforme di scommesse che hanno i loro server nei paradisi fiscali, anche all'interno dell'Unione europea, che ancora non sono regolamentati.

Quindi è un fenomeno vasto. Poi, in generale, perché l'usura? L'usura tradizionalmente spremeva e spreme come limoni i giocatori elitari, quelli di una volta, ma qui l’usura va ad aggredire i poveri. Padre Massimo Rastrelli, che è stato il “profeta” dell'Anti-usura in Italia, scoprì nei primi anni 90 che ancora sopravviveva nelle condizioni dell'Italia industriale e post-industriale l’usura come prestito di sussistenza erogato ai poveri dei quali ovviamente produceva l'asservimento. È questo che si sta riproducendo oggi, in un periodo di un’inflazione a due cifre. Passato il biennio della pandemia, dove c'è stata la sofferenza, ma c’è stata anche tanta solidarietà. Adesso nell'anno dell'inflazione a due cifre si riproducono condizioni simili a quelle dei primi anni 90. Questo balzo del gioco d'azzardo si correla - non è l'unica causa - a una ripresa imponente anche dello stesso fenomeno usurario. E su tutto questo, ripeto, c'è una grande disattenzione.

Cosa si chiederà ai sindaci e alle autorità per cercare di arginare questo fenomeno?

Di agire secondo il principio di sussidiarietà. I sindaci, che sono gli amministratori più vicini alla vita quotidiana delle famiglie e dei cittadini possono agire con uno sforzo creativo, ovviamente nel rigore istituzionale e possono porre “a valle” quegli argini che non sono stati posti “a monte”. Dovranno regolamentare come si gioca nei pubblici esercizi. Per esempio, una delle richieste è che una partita non duri meno di 30 secondi. Può sembrare poco, ma attualmente una girata di slot machine va per 6 secondi in un bar e per una frazione di secondo in una sala slot. Poi gli orari, le distanze, impedendo la consumazione di bevande alcoliche che tendono a potenziare la disponibilità a giocare d'azzardo e mettendo delle cautele anche sanitarie sulla possibilità di fumare nelle sale slot, perché c'è un’architettura, un disegno industriale di questi luoghi dove con le luci, con le frequenze sonore, con gli aereatori che consentono di fumare e con la somministrazione di alcolici una persona entra lì dentro e ci sta ore. Facendo male in vari modi alla propria salute, oltre alla qualità delle sue relazioni interpersonali. Questo si chiederà i sindaci, di agire loro a valle per correggere quello che lo Stato non fa.

 

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05 dicembre 2022, 12:57