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Attacco con autobomba a Guayaquil, in Ecuador Attacco con autobomba a Guayaquil, in Ecuador 

Ondata di violenze in Ecuador, appello dei vescovi per la pace

La Conferenza episcopale ecuadoriana ha invitato domenica 6 novembre la comunità cattolica a pregare per il Paese, in seguito all’escalation di violenza causata dalla lotta tra bande legate ai cartelli messicani, condotta anche dietro le sbarre

Anna Poce – Città del Vaticano

Il presidente dell’Ecuador, Guillermo Lasso, ha dichiarato nei giorni scorsi lo stato di emergenza e il coprifuoco nelle province di Guayas, Esmeraldas e Santo Domingo, per fermare gli attacchi dei narcotrafficanti compiuti con ordigni esplosivi ed autobombe. Gli attentati, commessi in risposta alla decisione del governo di riprendere il controllo delle carceri, trasferendo alcuni detenuti da un istituto di custodia a un altro per limitare le tensioni nei penitenziari, hanno causato la morte di diversi agenti di polizia, numerosi feriti e danni ad alcuni edifici pubblici e privati. La misura, scattata mercoledì 1° novembre, sarà valida per 45 giorni. Un tempo sufficiente per poter rafforzare l’ordine pubblico e limitare gli scenari di violenza.

Preghiera per la pace

I vescovi ecuadoriani, dinanzi ai crescenti episodi criminali nel Paese, hanno rilasciato sabato scorso una dichiarazione dal titolo La pace trionferà sulla loro pagina Facebook, invitando tutta la società a partecipare domenica 6 novembre a una giornata di preghiera per il Paese, in tutte le parrocchie, cappelle, oratori e case cristiane della nazione.

Nel loro comunicato, i pastori della Chiesa cattolica, “con il cuore ferito dalla violenza”, dopo aver invitato i reponsabili di questi crimini a cambiare vita, a convertirsi e smettere di compiere il male, hanno fatto appello a tutte le comunità cristiane, agli attori sociali e politici, alle donne e agli uomini che vivono in Ecuador, esortandoli a non arrendersi, ad intraprendere con dedizione il cammino della giustizia e dell'onestà e ad essere luce in mezzo alle tenebre, testimonianza di forza e non di cedimento alla disperazione.

"È tempo di unità nazionale, di ricostruire il patto sociale che ci unisce e combattere quel nemico comune che è la criminalità organizzata, il narcotraffico, la delinquenza, l'insicurezza, che cercano di distruggere il tesoro più prezioso che abbiamo, i nostri bambini e giovani, e che trovano terreno fertile in una società in cui, purtroppo, povertà e disuguaglianza sembrano non avere fine”, hanno sottolineato i presuli.

Vicinanza alle vittime della violenza

I vescovi dell'Ecuador hanno quindi espresso la loro solidarietà a coloro che hanno perso una persona cara, “vittima della violenza omicida di questi giorni nelle strade, nelle carceri, tra civili e poliziotti. Il loro dolore e le loro lacrimes ono il dolore e le lacrime di ogni ecuadoriano. Preghiamo per tutte le vittime del traffico di droga, della criminalità, dell'insicurezza, della corruzione, dell'ingiustizia e dell'emarginazione".

Infine, ringraziando i membri delle forze di sicurezza che mettono a rischio la propria vita per fare il proprio dovere, i vescovi hanno espresso la speranza “che il senso di fraternità trionfi gradualmente sulla divisione, in tutte le coscienze e in tutti i cuori...  Solo da lì - hanno concluso - si può guarire, sanare i comportamenti, le relazioni, le decisioni, il tessuto sociale, perché la giustizia e la pace guadagnino terreno, si espandano, mettano radici e si sostituiscano all'iniquità e alla violenza”.

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07 novembre 2022, 16:10