Cerca

Monsignor Oleksandr Yazlovetskiy, vescovo ausiliare della diocesi di Kyiv-Zhytomyr (Ucraina). Monsignor Oleksandr Yazlovetskiy, vescovo ausiliare della diocesi di Kyiv-Zhytomyr (Ucraina).

La Chiesa ucraina, il coraggio di restare dove si muore

Monsignor Oleksandr Yazlovetskiy, vescovo ausiliare della diocesi di Kiev-Zhytomyr, ripercorre alcuni drammatici momenti della guerra nel Paese dell’Europa dell’Est e ricorda l’impegno del clero locale nella distribuzione degli aiuti alla popolazione. “Tante volte mi è stato chiesto: perché non lascia l’Ucraina? Ma perché dovrei abbandonare il mio Paese?”

Svitlana Dukhovych e Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano

Preghiamo non solo per la fine della guerra in Ucraina ma anche per la pace nel mondo intero. È quanto sottolinea il vescovo ausiliare della diocesi di Kiev-Zhytomyr, monsignor Oleksandr Yazlovetskiy, arrivato a Roma per partecipare, nella sede dell’Ateneo Regina Apostolorum, al corso di formazione dei nuovi vescovi. L’8 settembre Papa Francesco ha ricevuto in udienza i partecipanti a questa iniziativa promossa dai Dicasteri per i Vescovi e per la Chiese Orientali. Il Pontefice, in particolare, ha esortato i presuli a pregare affinché tacciano le armi in tutto il pianeta. Il compito dei vescovi, ha detto il Papa, è quello di consolare il popolo.

Ascolta l'intervista a monsignor Oleksandr Yazlovetskiy

I sacerdoti accanto alla loro gente

Le persone che soffrono, sottolinea monsignor Oleksandr Yazlovetskiy, riescono a comprendere meglio le sofferenze degli altri: “Un vescovo siriano mi ha dato una somma di denaro per aiutare le persone della mia diocesi”. Il presule, proveniente dalla Siria, ha poi aggiunto: “Noi sappiamo cosa significa soffrire quando c’è la guerra”. Sin dalle prime settimane dallo scoppio del conflitto, i sacerdoti in Ucraina hanno mostrato un grande coraggio: “Non hanno abbandonato le parrocchie e se alcuni lo hanno fatto è stato solo per aiutare la gente a fuggire”.

La Chiesa e gli aiuti umanitari

Nella diocesi di Kiev-Zhytomyr, ricorda poi il presule, si trovano città, tra cui Bucha e Irpin, che hanno vissuto indicibili tragedie: “Città molto moderne che adesso sono distrutte”. A Bucha, in particolare, sono stati trovati ancora dei corpi senza vita. “Cadaveri gettati nei pozzi, nelle cantine”. “I sacerdoti – spiega il vescovo - ancora celebrano i funerali di queste persone uccise”. La Chiesa cerca di aiutare la popolazione: le necessità sono tante e prima di tutto c’è la questione dei profughi che hanno bisogno di cibo. “Noi cerchiamo di organizzare e distribuire gli aiuti”. Tra poco, aggiunge monsignor Oleksandr Yazlovetskiy, arriverà l’inverno: “Molti sacerdoti con i volontari aiutano le persone per cercare di riparare le case.

Il balsamo della solidarietà da tutto il mondo

“Ho fiducia nel fatto che la guerra finirà presto”, sottolinea il vescovo di Kiev-Zhytomyr. La gente è spaventata: non è facile consolare. In Ucraina vescovi, sacerdoti e religiosi cercano di aiutare restando vicini alla popolazione. “La gente sta apprezzando la nostra presenza accanto a lei”. “Tante volte mi è stato chiesto: perché non lascia l’Ucraina? Ma perché dovrei abbandonare il mio Paese? Adesso - conclude monsignor Oleksandr Yazlovetskiy - abbiamo sperimentato questa grande solidarietà dei popoli dell’Europa, di quello degli Stati Uniti. Si sente questa solidarietà, l’aiuto che arriva da tutto il mondo, dalla Chiesa. Questo dà serenità”.

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

09 settembre 2022, 16:20