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Mons. Gallagher alla presentazione del Meeting di Rimini Mons. Gallagher alla presentazione del Meeting di Rimini 

Ucraina, Gallagher: serve una diplomazia non di reazione ma di prevenzione

Il segretario per i Rapporti con gli Stati è intervenuto alla presentazione della 43.ma edizione del Meeting per l'Amicizia tra i Popoli in programma alla Fiera di Rimini dal 20 al 25 agosto 2022 sul tema "Una passione per l'uomo". E ribadisce: il Papa andrà a Kiev anche se ancora non si sa quando

Luca Collodi - Città del Vaticano

E' stato presentato a Roma, nella sede dell'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede la 43.ma edizione del Meeting per l'Amicizia tra i Popoli in programma alla Fiera di Rimini dal 20 al 25 agosto 2022 sul tema "Una passione per l'uomo".  L’imprevedibile assetto geopolitico internazionale, il dramma dei profughi, la povertà crescente anche a causa della pandemia, l’emergenza legata al surriscaldamento globale e i rischi ecologici sono sfide che riguardano il presente e il futuro del genere umano saranno lo sfondo dell'annuale appuntamento, alla cui presentazione stamattina è intervenuto anche l'arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati. A margine dell'incontro, parlando con i giornalisti presenti, ha ribadito la volontà del Papa di andare in Ucraina sottolineando tuttavia che "quando e come non si sa".  Sul suo recente viaggio, il presule ha detto di essere stato "fortunato ad andare a Kiev in un momento di serenità sul campo, con bombardamenti prima e dopo la nostra visita". "Ho registrato sgomento e incredulità, ha continuato, per ritrovarsi in Europa la guerra". "A casa erano mio padre e mio nonno a raccontarla. Ho visto distruzione, protezioni e tutto ciò è uno scandalo per noi. Ho visto un popolo resistere, pronto a combattere e vincere. Tutto ciò è successo a noi, nel nostro tempo, mentre pensavamo che la guerra fosse ormai archiviata per l’Europa, anche se ricordiamo il conflitto nei Balcani negli anni 90".

Il fallimento della diplomazia

"Come diplomazia - ha detto monsignor Gallagher - dobbiamo riconoscere un fallimento. Non ha funzionato, non ha saputo evitare questo conflitto. Quando nel 2015 sono arrivato a Roma dall’Australia, il Papa mi disse che non voleva una diplomazia che reagisce ma che preveda le cose, una diplomazia preventiva. L’Ucraina ci dice che dobbiamo cercare di anticipare i conflitti, che la diplomazia deve avere la capacità di vedere la gravità di ciò che succede nel mondo. Deve ribadire i principi fondamentali del diritto internazionale. Tutto questo rappresenta il nostro fallimento. Forse non abbiamo detto niente di tutto ciò. Non possiamo tacere di fronte alla violenza".

La solidarietà

A dire il vero, sottolinea il segretario per i Rapporti con gli Stati, "non siano stati indifferenti. L’accoglienza di chi fuggiva dalla guerra è scattata in tutta Europa. Ma c’è sempre il pericolo della fatica, nostra e del popolo ucraino in guerra. Il governo svizzero ha rilanciato la rinascita spirituale e materiale dell’Ucraina. Penso, forse, che sia troppo presto per parlare di ricostruzione, però è bene avere un atteggiamento positivo. Bisogna però aiutare gli ucraini a ricostruire il tessuto sociale del Paese con persone traumatizzate bisognose di accompagnamento".

Riconciliazione e perdono

Monsignor Gallagher afferma che "come sacerdote sento l’obbligo di ricordare che non possiamo tralasciare il messaggio di riconciliazione e perdono nonostante l’intensità delle sofferenze. In Europa abbiamo avuto il miracolo della pace. Come la riconciliazione tra Francia e Germania pochi anni dopo la Seconda Guerra Mondiale. Tuttavia dobbiamo rinnovare alcune istituzioni internazionali. L’Ocse, ad esempio, che dovrebbe essere l’organismo che ci protegge. Ma anche l’Unione Europea e l’Onu".

La pace

"Non dobbiamo dimenticare la crisi ucraina. Oggi le notizie sulla guerra sono dimenticate. Dobbiamo invece continuare a ricordare l’Ucraina, la guerra, mantenendo l’attenzione alta per un progetto di pace dello Spirito di Dio, per riscoprire la pace, dono di Dio al quale l’uomo deve collaborare".

Il programma del Meeting

Interverranno al Meeting, tra gli altri, il presidente dei vescovi italiani, cardinale Matteo Zuppi, il premier italiano Mario Draghi, il presidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato, ed il Commissario europeo Paolo Gentiloni. Sabato 20 agosto l'apertura sul tema della pace e riconciliazione sarà affidata a Mons. Paolo Pezzi, arcivescovo metropolita delal Madre di Dio a Mosca, a mons. Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini con il cardinale Dieudonné Nzapalainga, Arcivescovo di Bangui, in Centrafrica. In Fiera saranno inoltre allestiti 2 padiglioni , grazie alla collaborazione tra la Fondazione Meeting e il Ministero degli Affari Esteri per la Cooperazione internazionale, sul tema "C'è un Italia che coopera" sul tema crisi alimentare ed emergenza umanitaria. 

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12 luglio 2022, 15:52