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Don Giuseppe Tedesco insieme ad una famiglia ucraina a Lidz, poco prima di ripartire per l'Italia Don Giuseppe Tedesco insieme ad una famiglia ucraina a Lidz, poco prima di ripartire per l'Italia

Aiutare i bambini a credere ancora nella pace e nell’amicizia

Dalla Lombardia una storia di solidarietà, l'accoglienza in una parrocchia di Busto Arsizio di bambini e adulti in fuga dalla guerra in Ucraina. Don Giuseppe Tedesco: sosteniamoli a ritrovare la loro normalità

Marina Tomarro - Città del Vaticano

“Pregate per il nostro Paese”. Ancora non è iniziato l'attacco russo in Ucraina, quando don Giuseppe Tedesco, parroco a Busto Arsizio, in provincia di Milano, riceve questo messaggio dall’Ucraina. Lui ha tanti amici in quel Paese, ogni anno accoglie per alcuni mesi diversi bambini e ragazzi di Chernobyl per il risanamento terapeutico, aiutandoli a respirare aria buona e a rimettersi un po' in salute. Questo messaggio gli arriva da un prete ortodosso suo amico, padre di cinque figli, spesso ospiti di don Giuseppe. Il sacerdote sa che laggiù la situazione è molto tesa, anche se non sono ancora iniziati i combattimenti.

Ascolta l'intervista con don Giuseppe Tedesco

La paura per chi è rimasto a combattere

Il giorno dopo c’è una lunga videochiamata in cui, sia la nonna dei ragazzi, che il suo amico, raccontano ciò che accade in quelle ore, chiedendogli di prendersi cura dei figli in caso di peggiorameto della situazione. Siamo alla vigilia dell’attacco russo. E' notte quando don Giuseppe riceve un altro messaggio, questa volta molto più drammatico e di cui lui capisce subito il significato. ”Noi siamo partiti e tu?”. Il sacerdote non perde un attimo, con alcuni collaboratori organizza un pulmino e parte verso la Polonia. Con il suo amico e i figli si incontreranno a Lidz, città ai confini con l’Ucraina. “Quando siamo arrivati abbiamo trovato tanta disperazione – racconta don Giuseppe – famiglie distrutte che avevano perso tutto, gente che fino al giorno prima aveva una casa un lavoro, una vita normale, travolti completamente da quanto stava succedendo e spesso senza sapere dove andare, con la paura per chi era rimasto nel Paese, perché tanti padri di famiglia hanno deciso di non partire per difendere la loro patria”. Nella cittadina polacca, ad attenderli, c’è il suo amico con i cinque figli, altri due piccoli, e due donne, di cui una con una neonata di pochi giorni. “Il papà dei ragazzi – spiega don Giuseppe – è tornato indietro per non abbandonare i suoi parrocchiani in un momento così tragico. I bambini sono stati contentissimi di poter venire in oratorio, anche se la loro gioia è velata dal magone di avere ancora i papà in Ucraina, spesso a combattere, con la grande paura che possa succedere qualcosa di brutto ai loro genitori”.

Donare loro fiducia e speranza per il futuro

Nel giro di pochi giorni, nella parrocchia di don Giuseppe sono giunti altri bambini e altre famiglie in fuga dalla guerra. “Proprio questa mattina – prosegue il racconto il parroco – ho aperto le porte dell’oratorio e ho trovato un nuovo gruppo di bambini con i loro genitori arrivati nelle ultime ore. Ho chiamato allora un bimbo ucraino ospite dai miei genitori che parla italiano e con lui ho cercato di dare loro tutte le prime indicazioni utili. Adesso, mentre i piccoli stanno giocando con un pallone in cortile, io con la Protezione civile e gli assessori del nostro comune, stiamo cercando di fare un piano logistico per sistemarli, perché sono in continuo arrivo”. Per tanti di questi piccoli non è stato semplice venire strappati dalla loro quotidianità, ora bisogna aiutarli a ricostruire una sorta di nuova normalità. “Per questi bambini – continua don Giuseppe – non è facile comprendere il perché di questa guerra. Molti di loro parlano il russo fin da piccoli e non capiscono perché adesso debbano considerarli come nemici. E poi ci sono anche quei gesti di solidarietà che ti lasciano intravedere ancora una speranza di pace. Come una coppia russa, che è venuta nel nostro oratorio per portare uno scatolone pieno di vestiti per i bambini. Sono piccoli semi, ma che gettati qui e lì, quasi a caso, aiuteranno a far rifiorire la pace”.

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08 marzo 2022, 12:40