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Brindisi, porta d'Oriente e città della Pace

Un ponte nel Mediterraneo per unire culture e promuovere dialogo: lo ha gettato l’università del Salento con il nuovo corso in Scienze per la Cooperazione Internazionale, che va oltre il percorso accademico promuovendo sviluppo, in collaborazione con la Chiesa locale. Si fa a Brindisi, città della Puglia che ospita basi dell’Onu e che è da sempre “porta d’Oriente”. Obiettivi e sfide nelle parole del rettore Fabio Pollice e dell’arcivescovo Domenico Caliandro

Fausta Speranza – Città del Vaticano

E’ entrato nel vivo il nuovo corso di Laurea magistrale in Scienze per la Cooperazione internazionale dell’Università del Salento, inaugurato a settembre scorso. Conta su un rapporto di collaborazione privilegiato con le basi delle Nazioni Unite a Brindisi, United Nations Global Service Centre (UNGSC) e United Nations Humanitarian Response Depot (UNHRD). Tra le varie città della Puglia, l’Università, che ha la sede principale a Lecce, ha scelto infatti Brindisi proprio per la presenza delle basi dell’Onu tra le più importanti al mondo per lo smistamento di aiuti nelle aree colpite da calamità, guerre e crisi umanitarie, come sottolinea il Rettore dell’Università del Salento Fabio Pollice:

Ascolta l'intervista con Fabio Pollice

Il rettore Pollice spiega che l'obiettivo del corso, che si svolge presso palazzo Nervegna, è quello di arricchire l’offerta formativa di secondo livello nel sistema regionale pugliese grazie a un progetto calibrato sui temi della cooperazione internazionale e dei processi di peace-building e peace-support. Due i curricula: “Sviluppo e Cooperazione internazionale” e “Supporto umanitario e Peace-Building”.

Formazione trasversale  

Il taglio del corso - sottolinea il rettore - è interdisciplinare e pensato per la formazione di specialisti della cooperazione allo sviluppo con competenze in tema di diritti umani, sostenibilità e processi di peace-building e peace-support. Gli studenti acquisiscono conoscenze avanzate in ambito economico, giuridico, storico-politico, politologico e sociologico, attraverso un insieme organico di insegnamenti con taglio internazionalistico e legati dal trait d’union dell’interesse verso i processi di sviluppo umano e sostenibile e di supporto ai processi di pace e di risoluzione dei conflitti. Ma soprattutto – sottolinea il rettore – fanno esperienza di iniziative interistituzionali.

Sguardo privilegiato sul Mediterraneo

La finalità è insegnare ad analizzare ed interpretare le specifiche forme sociali, economiche ed istituzionali che caratterizzano le economie di tutti i Paesi dell'area Euro-mediterranea, con una visione che Pollice, citando Don Tonino Bello e Papa Francesco, sintetizza così: aiutare l’altro è il momento più alto di umanità.  

Focus sulle metodologie di organismi internazionali

E’ particolare l’attenzione alle realtà in via di sviluppo, per le quali sono promosse specifiche competenze per poter gestire i processi di cooperazione internazionale. Si intende sviluppare specifiche competenze nell’applicazione delle diverse metodologie usate dagli organismi di cooperazione multi e bilaterale per l'elaborazione di programmi e progetti di aiuto allo sviluppo e alle missioni di pace.

Mano tesa all’Africa

Si è partiti con corsi in italiano, aprendo però poi la facoltà alla comunità internazionale con corsi in lingua inglese. Inoltre, si stanno organizzando master, summer e winter school, con progetti di ricerca per studenti da tutto il mondo e in particolare dall’Africa. Il progetto è preciso - spiega Pollice - arrivare a sostenere gli studi per giovani che provengono da aree disagiate dell’Africa, con l’ottica di formarli in modo che possano tornare nei loro territori e promuovere sviluppo.

Largo ai giovani

A proposito della risposta, Pollice sottolinea che è stata buona per un primo nuovo corso, ma soprattutto racconta che, nella sua esperienza di rettore, vede moltissimi ragazzi che dimostrano una fortissima sensibilità sui temi del dialogo e dello scambio tra culture, con una attenzione decisamente rinnovata e potenziata per quanto riguarda le priorità della pace. Non si può dire – avverte – che manchino di senso etico o di valori o che siano più superficiali rispetto alle generazioni precedenti, anzi. 

L’appoggio della Chiesa locale

Per la sua vocazione universale alla pace, è stata chiamata in causa la Chiesa locale che, come spiega l’arcivescovo di Brindisi-Ostuni monsignor Domenico Caliandro, ha risposto prontamente e in modo concreto:

Ascolta l'intervista con monsignor Domenico Caliandro

Monsignor Caliandro riferisce dell’incontro in questi giorni con il rettore Fabio Pollice e con il presidente del corso di Laurea Daniele De Luca, sottolineando di aver ascoltato importantissime parole a favore della promozione della pace e del dialogo. Un progetto che ha convinto monsignor Caliandro, che ha risposto “con entusiasmo”. E’ decisivo - spiega il presule - cercare il dialogo nell’urgenza delle situazioni di tensione, ma è fondamentale - aggiunge - costruire  processi di pace attraverso educazione e formazione, con l’impegno ad investire nelle nuove generazioni. In particolare, di fronte all’ipotesi di coinvolgere studenti da parti del mondo come l’Africa, dove difficilmente le famiglie possono assicurare il supporto economico per la durata del percorso di studi, monsignor Caliandro racconta di aver garantito il contributo dell’arcidiocesi. L’Università, in casi di studenti meno abbienti, copre le spese della retta e l’arcidiocesi assicurerà vitto e alloggio. 

Nel solco della Fratelli tutti

L’enciclica di Papa Francesco Fratelli tutti torna nelle parole di monsignor Caliandro, che spiega come sia normale che la Chiesa risponda prontamente e concretamente quando si tratta di “coltivare” orizzonti di pace, ma torna anche nelle argomentazioni del rettore Pollice, come un invito fondamentale a riscoprire una dimensione di fraternità per un’umanità che non si è ancora liberata della logica distruttiva di guerre e conflitti.

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12 febbraio 2022, 09:00