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Basel Yaldo: “Il convegno sul Mediterraneo aiuterà i cristiani del Medioriente”

Oggi a Firenze inizia ‘Mediterraneo frontiera di pace’, l’incontro dei vescovi e dei sindaci dei Paesi che si affacciano sul Mare nostrum. Il vescovo ausiliare di Baghdad: “Sarà un’occasione per condividere idee e progetti concreti su come evitare la fuga dei cristiani, soprattutto giovani”. Intanto in Iraq, si prepara il primo anniversario della storica visita del Papa nel Paese

Federico Piana- Città del Vaticano

L’incontro dei vescovi e dei sindaci del Mediterraneo intitolato ‘Mediterraneo frontiera di pace’, che si apre oggi a Firenze e si concluderà domenica 27 febbraio con la visita di Papa Francesco, per monsignor Basel Yaldo, vescovo ausiliare di Baghdad, rappresenta una speranza concreta: ”Sono sicuro - dice- che aiuterà i cristiani del Medioriente a rimanere ognuno nel proprio Paese, perché non si può immaginare un Medioriente senza cristiani”.

Sogni e preoccupazioni

Al vertice sulla pace e sul futuro delle genti del Mare nostrum, il vescovo ausiliare della capitale irachena, insieme al Patriarca di Baghdad dei Caldei, il cardinale Louis Raphael I Sako, porterà le preoccupazioni ed i sogni del travagliato popolo iracheno. “Il nostro Paese sta vivendo un periodo davvero molto difficile, come accade anche in altre nazioni del Medioriente, ad esempio Siria e Libano. Spero che questo incontro possa davvero produrre buoni risultati” si augura monsignor Yaldo.

Ascolta l'intervista a monsignor Basel Yaldo

Qual è, oggi, la situazione in Iraq?

Ancora non è stabile. I risultati delle elezioni sono stati accettati ma il governo non si è formato: ci vorrà ancora del tempo perché, purtroppo, ogni politico vuole comandare. E poi ci sono problemi legati alla corruzione che complicano le cose. Noi cristiani, però, abbiamo un buon rapporto con tutti. Il cardinale Sako sta lavorando per tentare di trovare un’intesa tra tutte le forze politiche.

Questo incontro di Firenze è la seconda edizione di Mediterraneo frontiera di pace’ che due anni fa si tenne, per la prima volta, a Bari. Il vertice del capoluogo pugliese quali frutti ha generato?

Dopo l’incontro di Bari, abbiamo svolto delle conferenze in Iraq, Siria, Libano e Giordania, per mettere a punto delle strategie con le quali aiutare i cristiani di queste zone del Mediterraneo. E, su questo fronte, stiamo ancora lavorando, con un’attenzione particolare rivolta ai giovani cristiani: dobbiamo dare loro delle soluzioni concrete affinché non abbandonino il proprio Paese.

Ad un anno di distanza, il prossimo 5 marzo si ricorderà la storica visita di quattro giorni di Papa Francesco in Iraq. Nel Paese sono previsti avvenimenti commemorativi?

Sì certo. Il primo ministro ha annunciato che il 6 marzo sarà celebrata la Giornata della tolleranza perché, in questo stesso giorno di un anno fa, a Najaf il Papa incontrò l’imam sciita Ali al-Sistani mentre ad Ur abbracciò i rappresentanti di tutte le religioni. Inoltre, noi faremo un convegno, al quale inviteremo tutte le autorità civili, politiche e religiose, ed una mostra nella quale, tra le altre cose, saranno esposti tutti i libri dedicati a questo viaggio straordinario e memorabile. Infine, abbiamo previsto anche un concerto ed un pellegrinaggio con i giovani proprio ad Ur dei Caldei.

 

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23 febbraio 2022, 08:14