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Monsignor Walmor Oliveira de Azevedo, presidente della Conferenza episcopale del Brasile (foto d'archivio) Monsignor Walmor Oliveira de Azevedo, presidente della Conferenza episcopale del Brasile (foto d'archivio)

Brasile, il presidente dei vescovi: è urgente ricostruire il tessuto sociale

"Un incontro che suscita in ognuno di noi il desiderio di fare ancora di più”: le parole sono dell’arcivescovo di Belo Horizonte, monsignor Walmor Oliveira de Azevedo, membro della Congregazione per la Dottrina della Fede, a Roma per l'incontro con il Papa il 21 gennaio scorso. Nella sua intervista i temi della vita politica e ecclesiastica in Brasile

Silvonei José Protz e Amedeo Lomonaco

Il Brasile è un Paese polarizzato. "Non si deve pensare che le ideologie politiche di destra e di sinistra siano la risposta per il nostro tempo. La risposta è legata al dialogo, al bene comune, alla democrazia". É quanto sottolinea il presidente della Conferenza episcopale brasiliana, monsignor Walmor Oliveira de Azevedo, intervistato da Silvonei José Protz dopo l’udienza di Papa Francesco, lo scorso 21 gennaio, ai partecipanti alla Plenaria della Congregazione per la Dottrina della Fede. Il presule si sofferma anche sulla situazione nel Paese, chiamato nel 2022 all’appuntamento con le elezioni per le presidenziali.

Ascolta l'intervista a monsignor Walmor Oliveira de Azevedo

Come è stato l’incontro con Papa Francesco?

L’incontro con il Papa è sempre l’opportunità di ravvivare nel cuore la comunione e la gioia di essere servitori del Vangelo in tutte le parti del mondo. È un incontro che suscita in ognuno di noi il desiderio di fare ancora di più e di proseguire in questo cammino missionario di tutta la Chiesa.

Lei ha salutato il Santo Padre?

L’ho salutato e gli ho detto che non sono potuto venire a Roma la scorsa settimana a causa delle fortissime piogge nella nostra regione. Sono rimasto in Brasile per articolare un piano di assistenza emergenziale per tutti quelli in difficoltà. Il Papa domenica scorsa ci ha salutato all’Angelus, ha manifestato la sua vicinanza al Brasile colpito dalle inondazioni. E ha pronunciato parole di consolazione.

In questi giorni sui giornali italiani è uscita una notizia sulla crescita del pentecostalismo e del protestantesimo in tutta l’America Latina. Si cita il Brasile come il Paese che, in futuro, non sarà più a maggioranza cattolico…

Questa prospettiva ci preoccupa e la affrontiamo in modo molto sereno. Per me la risposta è l’esperienza dell’incontro personale e comunitario con Gesù Cristo. Abbiamo la sfida di promuovere la fede come esperienza. Questa è la risposta. Con la forza della Parola di Dio, dell’Eucaristia, della vita comunitaria.

Questo è un anno importante per il Brasile. Ricorre il 70.mo anniversario della Conferenza episcopale. Ed è anche l’anno delle elezioni per eleggere il presidente. Come affronta quest’anno la Chiesa in Brasile?

È un anno elettorale di grande importanza. Dobbiamo fare questo in modo molto serio. Il contributo della Chiesa, con la sua dottrina sociale e i suoi orientamenti, ha una importanza particolare: non lo facciamo come partito politico, nemmeno con ideologie politiche, ma nella ricerca del bene comune e per una ricostruzione, urgentissima, dell’insieme della società brasiliana. Per questo, come Conferenza episcopale, offriremo il nostro contributo e speriamo che potremo dare una risposta nuova nella vita economica, sociale, politica, culturale e sanitaria della società brasiliana.

È un Brasile molto polarizzato in questo momento…

Un Brasile polarizzato per la necessità di fare chiarezza riguardo a principi e prospettive. E, soprattutto, non si deve pensare che le ideologie politiche di destra e di sinistra siano la risposta per il nostro tempo. La risposta è legata al dialogo, al bene comune, alla democrazia e alla possibilità di promuovere una società in cui prevalga la giustizia sociale.

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24 gennaio 2022, 09:00